La rissa tra immigrati prosegue in ospedale
Violenta colluttazione tra peruviani e albanesi ieri mattina in zona industriale Secondo round al Pronto soccorso, dove si sono ritrovati per farsi medicare
BOLZANO. Ancora non sono chiare le ragioni della violenta rissa che si è scatenata ieri mattina verso le sei davanti all’imbiss di via Pacinotti, in zona industriale.
Ad affrontarsi e dandosele di santa ragione, da un lato c’erano tre peruviani e dall’altro due albanesi accompagnati da un macedone. Sono stati i passanti a dare l’allarme alla centrale di polizia, che ha immediatamente inviato una volante. All’arrivo degli agenti, il gruppo dell’est europa si era già volatilizzato, mentre i sudamericani si avviavano verso l’ospedale senza fornire molte spiegazioni dell’accaduto.
Sembrava che le cose si fossero risolte, quando è arrivata la sorpresa all’ingresso del pronto soccorso dei peruviani, che in coda davanti a loro si sono ritrovati gli stessi tre “avversari” che avevano avuto la stessa idea di andarsi a far medicare le ferite rimediate durante la colluttazione della mattina.
La calma è durata un battito di ciglia, sono bastate due parole di troppo e uno sguardo di traverso per ridare il via alle danze: e il pronto soccorso si è trasformato in una scena da saloon, con sedie che volavano e una scazzottata generale totalmente incurante della presenza di altri pazienti e malati in coda per ricevere le cure dei medici.
Immediatamente ma non senza qualche difficoltà, la rissa è stata sedata dall’intervento congiunto dei poliziotti e carabinieri di presidio in ospedale, che non hanno potuto far altro che ritirare i documenti di tutti e denunciarli per rissa e danneggiamenti. Una volta separati, inoltre, avrebbero continuato a minacciarsi da entrambi i lati, promettendosi lo scontro finale non appena si fossero create le condizioni.
Non sono ancora stati resi noti i motivi di tutta questa violenza, ma sembrerebbero abbastanza di poco conto da lasciare aperta l’ipotesi dell’aggravante dei “futili motivi”, appunto, da aggiungere alle denunce.
Tutti e sei resteranno a piede libero in attesa della decisione dell’autorità giudiziaria.
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