La storia di Mariasilvia commuove tutta l’Italia 

La comunità omosessuale rende onore alla pioniera Spolato, morta in povertà Gaylib: «Verremo al funerale, dobbiamo ringraziare il suo coraggio»



BOLZANO. È diventata un caso nazionale la morte a Bolzano come clochard di Mariasilvia Spolato, tra le fondatrici del movimento per i diritti degli omosessuali. I vecchi compagni di battaglia non sapevano più nulla di lei. Le nuove leve non la conoscevano. Questo vuoto viene ora colmato e molti vogliono partecipare funerali di Mariasilvia Spolato, morta a 83 anni, ospite di Villa Armonia, arrivata a Bolzano dopo essere stata «espulsa» dalla sua vita: padovana di origine, laureata con lode in matematica, docente universitaria, prima donna nel 1972 a dichiararsi ufficialmente lesbica, fondatrice del Fuori con Angelo Pezzana, licenziata dall’università per il suo «coming out». L’articolo del nostro giornale con il suo ricordo ha provocato uno choc tra i tanti bolzanini che la conoscevano come una clochard semre alla ricerca di libri, ma non avevano idea della sua incredibile storia. Fuori da Bolzano, la comunità omosessuale l’ha ritrovata. Sui funerali non ci sono novità. Il Comune avrebbe potuto farsene carico, come accade con le persone indigenti, ma si sono fatti avanti alcuni parenti di Mariasilvia, che dovrebbero organizzare la cerimonia.

Intanto ieri è stata inserita su Wikipedia la voce dedicata a Mariasilvia Spolato. Si ricorda, tra l’altro, che nel 1971 fondò il Flo (Fronte di liberazione omosessuale) e che «il suo attivismo Lgbt e la pubblicazione di libri sullo stesso tema portarono il ministero dell'Istruzione a licenziarla con la motivazione di essere "indegna" all'insegnamento. Per via del suo orientamento sessuale venne allontanata dalla sua famiglia e senza fissa dimora vagò per varie città italiane». La sua storia è stata ripresa ieri dai media nazionali e arriva un ricordo commosso di GayLib, attraverso il presidente Enrico Oliari e il segretario politico Daniele Priori: «La nostra associazione, da sempre molto vicina alla ricerca storica sulle origini del movimento Lgbt moderno, di cui anche noi siamo figli, è entrata spesso in contatto, in passato, con il nome di Mariasilvia Spolato, soprattutto grazie alle collaborazioni con figure eminenti, quali Angelo Pezzana, assieme al quale la Spolato diede vita al Fuori! e Massimo Consoli, padre storico del movimento gay a Roma, dove Mariasilvia Spolato aveva iniziato la sua attività di insegnante, poi bruscamente interrotta a causa del licenziamento, figlio del clima gravemente omofobico di allora». Anni fa, riferisce Oliari, «saputo che viveva a Bolzano ed era stata accolta in un convento di suore, da studioso di storia gay feci di tutto per mettermi in contatto con lei, vivendo io in Alto Adige, ma la possibilità mi fu preclusa, per ragioni facilmente intuibili, dalle responsabili dell’istituto in cui Mariasilvia era stata accolta». Gaylib intende partecipare ai funerali: «Sarà un onore salutarla con le nostre bandiere, che proprio grazie ai primi soffertissimi e coraggiosissimi passi di uomini e donne come Mariasilvia, testimonianze preziosissime per la storia e il progresso sociale del nostro Paese, abbiamo potuto trionfare fino alla Corte europea dei diritti umani, ottenendo finalmente il diritto anche per le lesbiche e i gay italiani di veder riconosciute dallo Stato le nostre unioni di fronte alla legge». Gaylib ringrazia l’Alto Adige per avere dato notizia della morte e della storia della pioniera del movimento omosessuale. La rara foto giovanile di Mariasilvia Spolato, che pubblichiamo in pagina, è stata trovata da Sara Degli Agostini, già vice presidente di Centaurus. Tra i tanti commenti di bolzanini, quello di Chiara Pasquali «ciao Mariasilvia, quante volte ci siamo salutate con il tuo “ciao ce l’hai una sigaretta?» e di Guido Margheri (presidente Anpi) «grazie per la tua bella lezione di vita. Ovunque tu sia, non ti mancheranno l'affetto e le cose che ingiustamente ti sono state negate». (fr.g.)

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