La vittoria dello scultore cieco

Andrea Bianco si è aggiudicato il premio “L’arte che pulsa” a Piombino


di Irene Cocco


BOLZANO. E' recente la notizia che Andrea Bianco, il noto scultore bolzanino non vedente, ha vinto la quarta edizione della biennale “L'arte che pulsa”, un concorso d'arte che si svolge a Piombino rivolto alle persone diversamente abili. La sua opera, intitolata “la timodona”è stata proclamata miglior opera in concorso. «Mi chiedo perché certi concorsi si svolgano soprattutto in centro Italia -si chiede Andrea - e nella nostra regione non si parli dell'approccio all'arte delle persone diversamente abili e non si offrano loro concorsi artistici o scuole di specializzazione».

Bianco non vuole polemizzare. Vuole, piuttosto, scuotere enti ed organizzazioni verso l'entusiasmante coinvolgimento dei diversamente abili nelle arti. Rincara poi la dose su un problema precedentemente affrontato: «Manca a Bolzano un luogo dove un non vedente possa fare arte in maniera seria, e mancano le occasioni per chi, come me privo del senso della vista, possa toccare l'arte». Non è un gioco di parole quello proposto da Andrea Bianco, ma un dato di fatto. Infatti, lui si orienta sulle sculture con il tatto, metodo di lavoro che gli permette di creare raffinate ed intense opere d'arte come “la timidona” vincitrice del premio di Piombino. Il toccare l'opera d'arte gli serve letteralmente per vederla. Andrea però non fa tutto da solo, infatti le tecniche da lui apprese per la scultura gli sono state trasmesse da Nicola Hornaecher, un giovane di 27 anni che frequenta l'Università di design a Bolzano, l'unico in regione che si è messo in gioco ed ha deciso di insegnare ad un non vedente le tecniche scultoree. E' Nicola che ha accompagnato Andrea da Sportler Alpin per toccare le sculture in legno di alpinisti famosi.

Spiega Nicola: «Pochi sanno che Sportler tiene queste opere d'arte all'interno del negozio e nonostante non sia permesso toccarle ci hanno dato il benestare per un tour sensoriale che ci ha davvero entusiasmato. Andrea ha potuto toccare le statue e carpirne i segreti». Ed è proprio Nicola, maestro inizialmente improvvisato ma che alla luce di questa esperienza confida in un futuro fatto di insegnamento della scultura ad artisti non vedenti, che rivela che Andrea impara molto in fetta: «Nel giro di pochi mesi compie dei progressi notevoli. La sua è un enorme volontà di imparare e mettersi in gioco». Hornaecher prevede che presto Andrea sarà completamente autonomo e non avrà più bisogno dei suoi insegnamenti. Il che è sorprendente se si pensa che Bianco compie ogni operazione scultorea solo con l'ausilio delle proprie mani senza esser supportato dalla vista. I progressi si rispecchiano anche nelle sue opere, l'avevamo infatti lasciato a dicembre in occasione dell'esposizione di due sculture in marmo eseguite per il primo simposio di Carrara. All'epoca era alle prese con un ciocco di legno pressoché grezzo che ora ha la forma di un volto, “una specie di autoritratto”, confida Andrea visto che le misure per la realizzazione sono state prese su di lui. «Questa testa lignea - spiega - è un opera per un pubblico di vedenti ma anche non vedenti perché al contrario di molte sculture che nella parte dietro sono al grezzo, questa è completa in ogni dettaglio in modo che al tatto non ci siano incongruenze». E se gli chiediamo quali progetti abbia per il futuro non manca di stupirci. «Parteciperò ad un concorso non rivolto solo a disabili, cioè il Premio Arte Laguna a Venezia. Con la sponsorizzazione del Rotary si organizzerà un simposio di scultura ad Ortisei grazie anche all'intervento delle scuole di Lasa e della Val Gardena». Non mancherà nemmeno al secondo simposio di Carrara ad agosto con la scultura “Il riso di Maria Teresa”.













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