Lager di via Resia, arrivato il monolite della Memoria 

L’inaugurazione. Venerdì 25 sarà svelata l’opera in vetro sulla quale scorreranno 10 mila nomi In programma visite guidate, un concerto dell’orchestra Haydn e uno spettacolo teatrale



Bolzano. Eccolo, il muro della Memoria. È apparso in via Resia, ancora coperto come un’opera di Christo. Perché di opera si tratta, fatta di tecnologia ed emozione poetica: un monolite di vetro scuro sul quale scorreranno i 10 mila nomi che passarono per il lager di Bolzano. E, posta accanto al muro storico, la testimonianza reale del “Durchgangslager Bozen”. L’installazione commemorativa dedicata agli uomini, alle donne e ai bambini deportati del lager di via Resia sarà inaugurata venerdì 25 ottobre.

Nomi che sono persone in carne ed ossa, alcuni torturati e poi uccisi qui, tanti invece trasferiti nei lager di sterminio in Germania, in Austria o il Polonia. Moltissimi gli ebrei, dei quali nessuno fece più ritorno. Innumerevoli i militari italiani o i combattenti della Resistenza, gli operai, le persone comuni, i prigionieri politici. L’inaugurazione ufficiale è in calendario per venerdì 25 ottobre. La cerimonia inizierà alle 17 con un programma molto ricco, voluto dal sindaco Renzo Caramaschi, che prevede visite guidate coi volontari di Villa delle Rose e di Zeitroom. Alle 20 l’esibizione dell’orchestra Haydn nell’auditorium di via Dante, che suonerà “Un sopravvissuto a Varsavia” di Arnold Schönberg e l’“Eroica” di Beethoven. Mercoledì 23 ottobre, alle 20.30, la Cooperativa teatrale Prometeo proporrà al pubblico, negli spazi del liceo Pascoli (via Deledda 4), lo spettacolo “Platino – Un eccidio a Bolzano”.

Con questo monolite si completa il Passaggio della Memoria, quell’insieme di elementi illustrativi che hanno spiegato ai tanti che lo avevano dimenticato il ruolo di Bolzano nel piano concentrazionario nazista e la sua importanza come luogo di contrasto alle attività resistenziali. In particolare il riemergere della memoria del lager dopo anni di dimenticanza ha fatto aprire le pagine di storia anche sul ruolo, spesso misconosciuto, del capoluogo come parte attiva del movimento resistenziale. Ma non solo. Si è scoperto come questo campo di transito verso i lager tedeschi sfosse legato alla vita dei quartieri, e soprattutto della zona industriale, dove uomini e donne bolzanini arrivati qui per lavorare nelle fabbriche insediate durante il Ventennio hanno spesso rischiato la vita per far arrivare la posta ai prigionieri o per allungare loro un po’ di cibo.

Collegata al lager c’era poi una linea ferroviaria dove, tra il 1943 e il 1945 (gli anni in cui il campo iniziò e concluse la sua drammatica attività di prigionia e repressione), attendevano i vagoni piombati per il viaggio verso nord con dentro, stipati come animali, i prigionieri che venivano inviati nel lager di sterminio. Oggi anche questi binari sono diventati monumento, e si possono vedere accanto alla Metro.















Altre notizie

laives

Sottopasso a San Giacomo: scontro sull’opera  

La bagarre. L’ex sindaco Bianchi annuncia l’avvio del cantiere ed elogia la propria lista civica. Duro il Pd: «Barriera architettonica inaccessibile a disabili, anziani e genitori con i passeggini»

Attualità