Lampis va alla direzione  della Reggia di Caserta 

Il ministero ha avviato le procedure per affidargli l'interim in attesa che siano  perfezionate le procedure di selezione e di nomina del prossimo direttore



BOLZANO. «Sono un servitore dello Stato, non mi tiro indietro...». Antonio Lampis direttore generale dei musei italiani (prima era a Bolzano, a capo della ripartizione cultura della Provincia) fa un respiro: "So che si tratta di un impegno molto pesante ma anche che potrò contare sul sostegno di molti". C'è altro direttore? "Beh, no. Ora devo studiare". Che cosa è preso detto: è stato nominato nuovo direttore della reggia di Caserta. Uno dei più straordinari monumenti italiani, quasi un milione di visitatori lo scorso anno, icona del Settecento napoletano, snodo anche politico di una rivoluzione nella gestione museale che proprio lì, tra gli scaloni d'onore e le volte affrescate, ha vissuto uno dei suoi momenti più significativi. Lampis sostituisce Mauro Felicori il quale, non senza polemiche, è stato pensionato ad un anno dalla conclusione del suo mandato in stretta applicazione di una legge che lo stesso ex direttore ha definito "sbagliata". Ecco, forse, una delle ragioni che hanno spinto il ministro Bonisoli a chiedere a Lampis di prendere Caserta nelle sue mani: è il punto più caldo nella rete dei musei italiani. Quello che è stato "rovesciato come un calzino dall'uomo venuto da Bologna " in pochi anni, passando da qualche centinaia di migliaia di visitatori a 930 mila paganti, tra vertenze sindacali, richieste di maggior impegno, tensioni con le maestranze che vedevano sconvolto un tran tran decennale. Lampis è stato nominato "ad interim" ma sarà un intermezzo di grande impegno e, probabilmente, non di corta durata. Per un nuovo dirigente stabile dovrà essere elaborato e poi pubblicato un bando internazionale, si dovrà attendere il suo esito e poi la selezione. Insomma, dovrà starci molto a Caserta quello che è ancora (in surplus...) l'uomo al vertice della direzione generale dei musei. Un giornale online di Caserta ha scritto, a pochi minuti dalla nomina, che il nuovo direttore "è un bolzanino e speriamo che non si guasti...". Lo vedono forse come uno "straniero". In realtà Lampis è stato scelto dal ministero proprio per questo suo rigore che lo ha portato a firmare circolari un poco indigeste come l'ultima contro lo spreco di carta e l'obbligo di usare in sua vece la posta elettronica. Nato nel '64 a Cagliari, Lampis è bolzanino quasi da sempre, è stato a capo della ripartizione cultura della Provincia e nel cda di Museion. É stato l'ex ministro Franceschini a chiamarlo a Roma per dirigere i musei italiani nel loro complesso gestionale e di comunicazione nell'ambito di una più generale rivoluzione internazionale che ha portato innumerevoli nuovi direttori nei più importanti musei italiani, come una ventata d'aria fresca. E nella sua nota su Facebook a poche ore dalla nomina, proprio Lampis si augura che "il governo realizzi al più presto quanto messo in programma in termini di semplificazione delle procedure , anche quelle di selezione del personale statale, poichè resto convinto e non mi stancherò di ripetere, che la semplificazione nell'agire amministrativo è una delle sfide più importanti per il cambiamento del Paese".

E appunto la troppa burocrazia, le norme polverose, i freni alla modernizzazione anche nel marketing strategico sono stati per anni all'origine della stagnazione anche nei numeri dei grandi musei italiani. Ora Lampis va alla reggia. É una notizia, certo. Ma anche il segno che un cambiamento è possibile o almeno la possibilità che quelli in atto non siano frustrati. "Lasciatemi studiare" ha detto alla fine il nuovo direttore. Lo rivedremo poco a Bolzano.

(p.ca)













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Valeria Frangipane

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