montagna

Lanfri ora sfida l’Everest: il primo con 4 amputazioni 

L’incontro con l’alpinista toscano, a Bolzano per raccontare la sua storia e parlare del grande progetto: «La mia vita è più bella adesso» 


Gianluca Marcolini


BOLZANO. «La mia vita è più bella adesso». Detta così, non fa neppure troppa impressione. Ci sta, nell’esistenza di ciascuno di noi, di voltare pagina e trovare un futuro migliore, anche inaspettatamente. A essere felice della sua nuova vita, però, è Andrea Lanfri, 35 anni, alpinista, atleta, toscano di Lucca, ex elettricista, oggi impiegato part time in un ufficio per il turismo. Il 24 marzo del prossimo anno partirà per l’Himalaya, dove cercherà di salire in vetta all’Everest. Se ci riuscirà sarà il primo in assoluto a centrare l’impresa, primo uomo con il suo handicap, quattro amputazioni degli arti superiori e inferiori. Andrea Lanfri, dal 2015, non ha più le gambe e neppure quasi tutte le dita delle mani: «Ma la mia vita è più bella oggi, senza ombra di dubbio». 

Ieri (24 settembre) l’alpinista toscano è stato protagonista di una serata organizzata dal Cai al Teatro comunale di Gries, dove ha parlato del progetto “Toccare il cielo con tre dita”. 

La storia di Andrea Lanfri è un inno alla forza di volontà che alberga in ciascuno di noi e alla capacità della mente di sopperire ai limiti fisici e superare ogni difficoltà, anche quelle impossibili. «Il mattino del 21 gennaio del 2015 mi sono svegliato con la febbre a 40, la sera prima stavo bene. Mi hanno portato all’ospedale, mi davano per spacciato, non credevano arrivassi a sera. Mi hanno operato e sono entrato in coma: quando mi sono svegliato non avevo più le gambe e sette dita delle mani», racconta il toscano con una serenità d’animo che lascia senza fiato.

A stravolgergli la vita è stata la meningite, sfociata in setticemia: «Ho avuto la sfortuna di beccarmi il batterio e di non essere vaccinato. Ho provato anche a ricostruire dove può essere avvenuto il contatto, forse in un ristorante dove ero stato qualche giorno prima». Nel letto dell’ospedale, anziché lasciarsi travolgere da pensieri cupi, si è fatto una promessa: «Che avrei rifatto tutto quello che facevo prima, soprattutto scalare le montagne. Oggi posso dire che mi sbagliavo: non ho fatto tutto ciò che facevo prima, ma molto di più». Infatti, Lanfri da scalatore della domenica si è trasformato in un alpinista quasi professionista. «Sono reduce dalla “From zero to zero”, con partenza in bici dal mare, da Genova, scalata del monte Rosa, e ritorno - spiega - poi, a gennaio ci sarà il Kilimangiaro e a marzo il mio grande sogno, l’Everest: doveva essere una piccola spedizione, si sta ingrandendo sempre di più».

Non solo montagna. Nei primi anni della sua nuova vita è stato anche un atleta paralimpico della nazionale italiana di atletica leggera. A Londra, ai mondiali del 2017, ha vinto l’argento nella staffetta 4×100, segnando poi anche un record italiano sui 100. «Nulla è impossibile, basta volerlo».

 













Altre notizie

Attualità