Le imprese alla Provincia: «Muovetevi o chiudiamo»

Il presidente Pan: «Abbiamo davanti il baratro e la politica non capisce che per essere competitivi devono toglierci i gessi della burocrazia»


di Valeria Frangipane


BOLZANO. «Siamo davanti al baratro. Stiamo vivendo un momento storico nel quale ci giochiamo tutto. O la giunta provinciale lo capisce e ci libera dalla burocrazia che ci ingessa e ci impedisce di essere competitivi o le aziende moriranno». Il presidente di Assoimprenditori Stefan Pan, il vice Federico Giudiceandrea ed il direttore Josef Negri non usano giri di parole nel lanciare il loro appello alla politica: «Se un nodo non si scioglie bisogna tagliarlo con la spada, come ha fatto Alessandro Magno. La Provincia di in questa legislatura ha promesso più volte di voler tagliare del 20 per cento fardelli, oneri e adempimenti vari ma non l’ha mai fatto anche se ha già a disposizione molte opportunità per darci risposte concrete. Possibilità che altre realtà vicino a noi, pensiamo per esempio a Trento, hanno già sfruttato a dovere».

Pan è sintetico: «Penso che per le imprese altoatesine una delle sfide maggiori per il 2012 sia proprio l’abbattimento della burocrazia che le penalizza pesantemente rispetto ai concorrenti internazionali. Giorgio Squinzi, neopresidente di Confindustria ha detto che questa è la madre di tutte le riforme e noi siamo con lui».

Mirco Marchiodi, responsabile del Centro studi, spiega che se l’Italia si colloca all’87 esimo posto per quanto riguarda la facilità di fare impresa, la Germania è al 19 esimo e l’Austria al 32 esimo: «Difficile, in queste condizioni, essere competitivi. Oltre a ciò ricordo che un’impresa paga in media 1.200 euro al mese in oneri burocratici e perde 76 giorni per starci dietro». Anche per questo Assoimprenditori ha elaborato sette proposte per lo snellimento burocratico.

Il Suap. Lo sportello unico per le attività produttive è già stato recepito dalla Provincia ma non è ancora operativo mentre a Trento, è già realtà. Assoimprenditori si dice pronta a dare il suo contributo affinchè venga presto realizzato anche in Alto Adige.

Aree produttive. Le aree produttive necessitano di una revisione profonda che dia più spazio all’iniziativa privata, accorci i tempi e riduca al minimo l’intervento della mano pubblica attraverso espropri e successive assegnazioni. La riforma dell’assessorato va in questa direzione ma deve essere approvata in via defintiva.

La Scia. La segnalazione certificata di inizio attività è stata introdotta a livello nazionale ancora a luglio 2010. Nell’interesse di cittadini e imprese la Provincia dovrebbe riuscire a darer al più presto ampia o addirittura piena attuazione alle disposizioni statali anche sul territorio altoatesino.

Semplificazione normativa. Il cosiddetto decreto taglia-leggi ha abrogato in Italia 29 mila leggi e pure l’Alto Adige potrebbe muoversi nella stessa direzione. Dal 1948 la Provincia ha varato 1.300 leggi e circa 1.000 regolamenti col risultato che districarsi in questa giungla di normative è di fatto impossibile. Assoimprenditori chiede di introdurre un’apposita commissione per stralciare le norme obsolete.

Controlli. Il decreto Semplificazioni prevede controlli sulle imprese in base ai criteri di semplicità, proporzionalità, effettiva tutela del rischio, evitando duplicazioni, sovrapposizioni ed intralci vari. Trento ha approvato la legge che recepisce queste direttive nazionali, Bolzano no. Assomimprenditori si dice pronta a darsi da fare per adeguare il testo al territorio.

Pagamenti. La Ue prevede dal marzo 2011 che gli enti pubblici debbano pagare le imprese entro 30 giorni (60 in circostanze del tutto eccezionali) e che in caso di ritardi vengano applicati interessi di mora pari ad almeno 8 punti percentuali sopra il tasso di riferimento Bce. Nè in Italia, nè in Alto Adige la direttiva è stata recepita.

Liberalizzazioni. Il decreto liberalizzazioni di Monti prevede abbattimenti burocratici a livello urbanistico, commerciale ed amministrativo che provocherebbe una ricaduta economica enorme. Assomimprenditori chiede alla Provincia di recepire le liberalizzazioni in maniera intelligente, seguendo il principio della libertà d’impresa secondo cui è permesso tutto ciò che non è espressamente vietato.

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