Lega-Svp, rinviato il vertice sulla giunta 

Legge taglia-senatori: ieri sera telefonata tra Achammer e Calderoli. Kompatscher: «Nessuna superficialità su questi temi»


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Trattative di giunta tra Svp e Lega. Ieri un’altra giornata di tensione tra Bolzano e Roma, con l’Obmann Philipp Achammer impegnato a strappare a Roberto Calderoli un impegno sulla legge taglia-senatori che consenta di chiudere l’incidente diplomatico e ripartire con il lavoro sul programma. Ieri sera infine una telefonata tra Achammer e Calderoli, impegnato per tutto il giorno in aula al Senato con la manovra finanziaria. Il senatore leghista, relatore del disegno di legge costituzionale sulla riduzione dei parlamentari, si sarebbe impegnato a presentare una proposta scritta per superare l’impasse. La riunione delle delegazioni di Svp e Lega sul programma è stata spostata da oggi al 27 dicembre.

Più della riduzione da sette a quattro senatori in Trentino Alto Adige c’è da risolvere il braccio di ferro sul mancato coinvolgimento di Provincia e Austria, visto che il disegno di legge costituzionale modificherà la suddivisione dei collegi senatoriali all’interno della Provincia di Bolzano prevista con legge in attuazione della misura 111 del Pacchetto. Calderoli giovedì con la sua intervista alla Rai di Bolzano aveva elevato il livello dello scontro, con dichiarazioni come «non mi si può dire che un accordo steso nel 1948 a Parigi permanga a vita, se non è stato specificato il numero dei parlamentari». Da un lato Calderoli, dall’altro lato nella Svp voci come quella del senatore Meinhard Durnwalder, che ha ridimensionato la portata dell’incidente. Un pressing che ha portato il presidente Arno Kompatscher a prendere di nuovo posizione, dopo la sua nota di mercoledì e il comunicato preoccupato della ministra degli Esteri austriaca Karin Kneissl. «Queste decisioni possono essere prese solo in accordo e con il coinvolgimento della Repubblica d'Austria: si tratta di una della basi dell'autonomia dell'Alto Adige, che in questo modo viene violata», così Kompatscher. Poi la bacchettata: «Aprire discussioni superficiali ed essere eccessivamente indulgenti, qualsiasi sia il motivo, significa danneggiare la nostra autonomia. Per questo motivo non dobbiamo rinunciare a nessuno sforzo, e non dobbiamo temere nessuno scontro, quando si tratta di difendere i diritti che ci sono guadagnati». A fianco di Kompatscher si schierano i capigruppo Julia Unterberger (Senato) e Manfred Schullian (Camera): «L’affermazione di Calderoli per cui dall’Accordo di Parigi sono ormai passati tanti anni, quasi come a dire che gli accordi internazionali hanno una scadenza, è molto grave. Calderoli nega inoltre il carattere pattizio di quell'Accordo e del Pacchetto». E ancora, i due parlamentari: «Con questa riforma non verrà garantita la corretta rappresentanza dei gruppi linguistici. In una provincia dove si eleggeranno appena due senatori e che per due terzi è composta da cittadini di lingua tedesca, la cosa più probabile è che saranno proprio i cittadini di lingua italiana a non avere un loro rappresentante. È un fatto grave, si sta creando un pericoloso precedente per la nostra Autonomia, e bene ha fatto il presidente Kompatscher a informare Vienna e a interrompere le trattative con la Lega in Provincia fino a quando la questione non sarà chiarita». Il commissario leghista Massimo Bessone non sa più come nascondere l’irritazione. Era tutto avviato verso l’accordo sul programma, chi si immaginava una escalation nei rapporti tra Svp e Calderoli? Bessone ieri è rimasto chiuso in ufficio con il gruppo di lavoro per discutere del programma: «Siamo qui a occuparci delle cose che interessano le persone, la sicurezza e le code di attesa in sanità. E saremo qui anche domani mattina (oggi, ndr), con la Svp, se riprenderà le trattative, o da soli». Poi in serata l’appuntamento rinviato.

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