Lettera di minacce con un proiettile alla redazione del nostro giornale
L’intimidazione. Imbucata a Bolzano è stata consegnata ieri: all’interno un delirante proclama contro i vaccini e il green pass con un avvertimento ai redattori e ai familiari. La pallottola calibro 9 al vaglio della Digos. Il direttore Alberto Faustini: «Minacce continue ma noi non ci pieghiamo»
Bolzano. Le minacce di morte sono arrivate anche a noi, giornalisti dell’alto adige. e ai nostri familiari. sono arrivate, ieri mattina, all’interno di una busta bianca imbucata a bolzano e recapitata alla redazione, insieme all’altra posta che quotidianamente arriva nella nostra sede, in via volta 10. posta che è stata aperta, poco dopo le 12, dal capo redattore luca fregona. dentro la busta, un proiettile, probabilmente un calibro 9, e un messaggio scritto a grandi lettere con un normografo. poche deliranti righe, volutamente sgrammaticate e prive di punteggiatura, ma ben chiare nei contenuti. «a dragi / non eletto dal popolo / tutti i politici corotti virologi - le media e tutti quelli che stanno dividendo il popolo italiano tra’ vaccinati e non vaccinati ormai avere superato il limite questa e’ la prima e ultima proposta di abolire il green pass e l’obbligo di vaccinazione / come già fatto in alcuni paesi europei e usa/ se questo annuncio non viene messo in considerazione tanti di voi ed i vostri famigliari non vivranno più a lungo il popolo e’ sovrano ed voi siete i nostri sudditi percui andatevene. noi siamo il popolo. anche i giudici corotti». all’iniziale momento di sconcerto è seguita la telefonata alla questura di bolzano e, pochi minuti più tardi, una squadra di specialisti della digos e della polizia scientifica era in redazione. acquisiti lettera e proiettile, che saranno sottoposti a tutti gli esami del casi, gli investigatori hanno subito dato via alle indagini per cercare di risalire agli autori del messaggio intimidatorio. messaggio che, purtroppo, non è episodio isolato. nei mesi scorsi, infatti, il mondo no-vax ha più volte preso di mira la nostra redazione e anche singoli giornalisti. lo ha fatto con mail dai toni inequivocabili e con telefonate a dir poco aggressive che, in alcuni casi, si ripetevano per tutta la giornata, trasformandosi in vero e proprio stalking. episodi subito segnalati alla digos, che avevano immediatamente avviato delle indagini e che anche ora non potranno non tener conto anche di quelle minacce. «non ci faremo intimidire – il commento a caldo del nostro direttore alberto faustini – e domani uscirà un giornale come quello che uscito oggi, ieri e l’altro ieri. non ci pieghiamo e non cambiamo certo modo di informare».
Nel mirino anche la Provincia
Una lettera identica a quella arrivata alla nostra redazione, e anch’essa accompagnata da un proiettile, è arrivata ieri mattina anche sul tavolo del segretario generale della Provincia di Bolzano, Eros Magnago. «Era indirizzata genericamente alla Provincia Autonoma di Bolzano – spiega il funzionario – ed è stata consegnata a me. Mi sento di dire che, nonostante simili gesti, qui in Provincia continueremo a lavorare con la massima serenità e non ci faremo certo intimidire». Gli fa eco il presidente Arno Kompatscher il quale ribadisce che «il fatto non influisce in nessun modo sul mio agire che avviene nell'interesse pubblico e per la tutela della salute dei cittadini. Non presterei ulteriore attenzione a un gesto del genere che si merita solo la denuncia e nient’altro». I proiettili e le minacce arrivate all’Alto Adige e alla Provincia di Bolzano, seguono di qualche giorno quelle, di stessa matrice, arrivate al presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti e al direttore generale dell’azienda sanitaria trentina Antonio Ferro. In quel caso, le lettere con proiettili Nato calibro 9 erano state “intercettate” al centro smistamento di Spini di Gardolo.
L’esplosione alla Lega
Pochi giorni fa, in concomitanza con quanto accaduto in Trentino, un altro inquietante episodio è stato registrato in via Milano, davanti alla sede della Lega Alto Adige per Salvini Premier. Lì, ignoti, hanno fatto esplodere un grosso petardo o, più probabilmente, una bomba carta, davanti proprio davanti al portone. «L’esplosione ha provocato qualche danno alla porta – conferma Giuliano Vettorato, commissario della Lega per Salvini Premier e vice presidente della Provincia, che ha subito espresso la solidarietà sua e del partito all’Alto Adige – e abbiamo dovuto chiamare un fabbro per sistemarla». Che non si sia trattato di una semplice bravata lo raccontano gli adesivi con svastiche e slogan che negano la stessa pandemia, appiccicati proprio sul portoncino, prima di innescare la miccia del piccolo ordigno. «La condanna è ferma, senza se e senza ma – commenta Vettorato – ci si deve confrontare sul piano della dialettica e noi siamo sempre dalla parte del dialogo, noi stiamo lavorando per garantire la saluta, la tenuta del tessuto sociale ed economico dell’Alto Adige e della stessa Nazione. L’invito rivolto a tutti è quello di prendere sempre le distanze da atti come questi, non solo se compiuti contro la Lega, ma in generale, da qualsiasi gesto intimidatorio. Perché il silenzio è complice. Chi usa la violenza per imporre le proprie idee sbaglia sempre. Sempre».
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