Licenziamenti Caritas impugnati dai sindacati

Costanzo (Cgil): «C’erano autisti pagati con i voucher, ma solo 2 ore su 4» Caritas: incentivi a chi è rimasto senza posto. Martedì ci sarà uno sciopero


di Massimiliano Bona


BOLZANO/MERANO. Nella querelle per i licenziamenti nel settore delle mense, che vede coinvolta Caritas (ma anche, indirettamente, il Comune di Merano, che è il committente), la situazione inizia a farsi davvero pesante. I sindacati, che rappresentano i lavoratori, hanno impugnato infatti la decisione (in via stragiudiziale) e sono pronti, se necessario, a proseguire la loro battaglia davanti al giudice del lavoro. Nelle prime riunioni tra le parti Caritas ha proposto incentivi economici per chi resterà senza posto, ma i sindacati per ora non sono soddisfatti. E non hanno firmato il verbale di cambio appalto (a Caritas è subentrata Arma).

Caritas si è detta pronta a tenere, ma con una significativa riduzione d'orario, solo quattro lavoratori, che per poche centinaia di euro al mese potrebbero decidere comunque di lasciare. Arma, che le è subentrata nell'appalto, vuole tenere solo un cuoco per 30 ore (ma nella sede di Bolzano), mentre a tre addetti al servizio sono stati prospettati contratti al 25 per cento dell'orario, ovvero una miseria. Una terza azienda, Tre Sinergie, vorrebbe due autisti al 37,5% (ovvero un part-time da poche centinaia di euro) e sarebbe pronta a rilevare i 4 contratti a tempo determinato ma sempre per poche ore (37,5 per cento).

Sono stati impugnati, per ora in via stragiudiziale, tre dei diciotto rapporti di lavoro di Caritas. «Gli autisti - sottolinea Antonella Costanzo della Filcams - che consegnavano i pasti a domicilio lavoravano 4 ore al giorno, di cui due pagate con i voucher per un totale di 15 euro e due gratis, a titolo di puro volontariato. Una situazione paradossale, che non possiamo certo accettare passivamente». Per adesso, intanto, è stato indetto uno sciopero per martedì davanti al Comune di Merano, che è il committente dell’appalto. Caritas, per ora, si è detta disposta a corrispondere incentivi economici a chi perderà il posto.

«Abbiamo appurato in questi mesi – si legge nella nota dei sindacati - che negli anni Caritas ha gestito la preparazione e la consegna di pasti, tra cui anche il servizio mensa anziani e i pasti a domicilio del Comune di Merano, utilizzando il personale in modo promiscuo rispetto ai diversi committenti, uno dei quali – forse il maggiore – è proprio il Comune. Una consuetudine agevolata dal fatto che i diversi servizi in appalto si svolgevano nello stesso centro di cottura, messo a disposizione dal centro residenziale delle suore Santa Croce di via Verdi, dove hanno sede la cucina e la mensa».

Chi accetterà di passare ad Arma lo farà al massimo al 30% dell’orario, e la stessa sorte toccherà a coloro (al massimo 4 persone) che rimarranno in Caritas per condurre fino alla fine un altro servizio, quello della mensa per le scuole, che Caritas cesserà ad agosto 2018.

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