“Licenziati” dalla Svp e assunti in Provincia

Il partito costretto a ridurre il personale, l’ufficio stampa “trasloca” in giunta Tagliato l’organico da 25 a 13 a collaboratori, restano i debiti con le banche


di Massimiliano Bona


BOLZANO. La cura dimagrante della Svp - passata dai 25 dipendenti dei tempi d'oro ai 13 attuali - è legata a filo doppio anche alla Provincia. Nel senso che, trattandosi spesso di professionisti preparati, è facile individuare una ricollocazione idonea nel settore pubblico. Un esempio eclatante è costituito dall’ufficio stampa, ridottosi a un giornalista. Prima delle ultime provinciali erano almeno tre. Poi la responsabile Elisabeth Augustin è diventata la portavoce del governatore altoatesino Arno Kompatscher, Maria Pichler - dopo una breve esperienza nel privato - è stata assunta in Provincia all’assessorato di Martha Stocker mentre Carmen Kollmann, più di recente, è andata a rimpolpare l'organico dell’assessorato di Waltraud Deeg.

L'europarlamentare Herbert Dorfmann, a cui poco più di un anno fa è stato assegnato il compito di risanare i conti del partito, sottolinea che è soprattutto una questione di competenza. «Finora non abbiamo lasciato a casa nessuno. Qualcuno è stato pre-pensionato, altri invece sono stati ricollocati».

Già ma i più maliziosi sono portati a pensare che se lasci il posto alla Svp tanto poi finisci in Provincia...

«Nei casi che lei citava si tratta di persone più che competenti, che trovano facilmente una ricollocazione grazie al loro profilo. Uno dei nostri dipendenti che lavorava in Pusteria ha trovato un impiego da dirigente in una società che nulla ha a che fare con il partito. Almeno noi ricollochiamo, altri tagliano senza farsi tanti problemi...».

A chi si riferisce? Ai partiti italiani?

«Beh, il Pd in provincia mi risulta abbia un solo dipendente part time mentre Forza Italia a livello nazionale ha lasciato a casa quasi tutti dalla mattina alla sera».

Ma qual è il vero problema per lei?

«Il taglio al finanziamento pubblico ai partiti. In Germania sono stati concessi 120 milioni di euro, senza contare i soldi alle Fondazioni, e qui stiamo discutendo di 10 milioni. Non sono proprio d'accordo con questa impostazione, ma se lo Stato ha deciso così non possiamo che adeguarci».

L'esposizione verso le banche della Svp è di alcuni milioni di euro...

«Si, è vero. Ma noi onoriamo le rate dei debiti contratti con le banche con un piano di ammortamento pluriennale».

Riuscirete a chiudere i conti del 2015 senza aumentare il passivo?

«Quello era l'obiettivo, a breve tireremo le somme. Intanto dobbiamo pensare a rimpinguare le entrare attraverso altri canali, come il due per mille».

Già, quanto avete incassato dal due per mille?

«In un anno siamo passati da 10 mila a 100 mila euro. E in un bilancio di circa 2 milioni di euro, Fondazione compresa, non è poco».

Ritiene il suo compito ingrato?

«Tutti i partiti, compresa la Svp, devono mettere a posto i conti. E noi lo stiamo facendo. In futuro dovremo puntare di più sulle donazioni. Anche di aziende e privati».

Scusi, ma all'ufficio stampa non assumerete più nessuno?

«Lì in realtà arriveranno rinforzi. Una unità in più per compensare le ultime uscite».

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