Salute

Liste d’attesa nella sanità altoatesina, il sindacato contro l’overbooking

Il segretario dei medici ospedalieri Anaao, Edoardo Bonsante: «Se inserisco altri pazienti, costringo il medico a lavorare più velocemente e non va»



BOLZANO. Un investimento complessivo di più di 4 milioni di euro per abbattere le liste d'attesa delle prestazioni sanitarie non urgenti. Sono le risorse assegnate per il 2022 all'Alto Adige dal ministero della Sanità per recuperare i ritardi accumulati nel 2021 a causa della pandemia, che ha portato ad una notevole riduzione delle prestazioni erogate.

«Chi ha il diritto alla salute deve averlo anche in fretta - dicono i cittadini - non è possibile aspettare mesi per una visita specialistica non urgente ed alla fine essere costretti alla sanità privata». Quello delle attese infinite è un tema che in provincia di Bolzano si trascina da troppi anni e che adesso costringe a smaltire circa 150 mila visite specialistiche. Un’enormità.

Di recente Edoardo Bonsante, segretario provinciale medici ospedalieri Anaao, ha chiesto l’abolizione del meccanismo dell’overbooking che secondo l’Azienda invece è utile.

Ma di cosa si tratta? «Se per ogni visita è previsto un determinato intervallo di tempo ed io aggiungo carico di lavoro, inserendo altri pazienti, costringo il medico a lavorare più velocemente e quindi in maniera più superficiale e sbrigativa mentre il paziente rischia di non ricevere adeguate attenzioni».

Alcuni primari - precisa il segretario - per fortuna si sono opposti nei loro servizi. Ma molti hanno invece ceduto alle richieste.

«Secondo noi non serve ed è anzi controproducente. Non c’è controllo di qualità e di appropriatezza delle richieste. Si obbligano i medici a lavorare più velocemente per rimanere nei tempi complessivi e quindi di conseguenza si riduce la qualità di tutte le visite di quella giornata.

Quando si lavora in questa maniera non si riesce a farsi carico fino in fondo dei problemi dei pazienti per risolverli e si finisce per incrementare la medicina difensiva dato che aumenta il rischio clinico. Così facendo si lasciano problemi in sospeso, si prescrivono più prestazioni e si tende a rimandare la possibile soluzione.

L’effetto ottenuto dall’overbooking è proprio l’opposto di quello desiderato. Ideato per ridurre le liste di attesa, finisce per incrementarle, oltre a non rendere rispetto al lavoro dei medici ed ai diritti di salute dei pazienti. Non si vuole capire che il tempo di visita è tempo di cura.

Contrarre i tempi delle visite aggiungendo prestazioni va contro questa logica e fa allungare le liste di attesa. Insomma la classica soluzione di facciata e senza sostanza».













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