ll nuovo logo di Refugees Welcome è listato a lutto
Il creatore Roberto Tubaro: «Non solo musica, spazio anche a chi ci ha fatto riflettere»
BOLZANO. Quante cose può raccontare un logo. La mente che ha creato quello di Refugees Welcome è di Roberto Tubaro che di immagini grafiche se ne intende di sicuro. Suo, per dire, anche l'Oetzi musicista diventato celebre con il movimento di “Freie Musica”.
Questa volta, però, il simbolo della manifestazione era particolarmente complicato da realizzare: per il messaggio che doveva trasmettere da subito e per il dolore che doveva accogliere poi. «Subito dopo i fatti di Parigi – spiega Tubaro – abbiamo deciso di listare a lutto i loghi e i banner con una striscia nera. Naturalmente si trattava del minimo che potessimo fare sul simbolo, ma ha comunque il suo significato forte».
In queste ore di grande raccoglimento, però, l'occhio salta anche su altri profili presenti nel simbolo: sagome scure che, attorno a Walther von der Vogelweide, raccontano ciascuno una prospettiva attraverso la quale affrontare la questione dei migranti. «Si parla molto della musica. Giustissimo, ma ho voluto che ci fosse lo spazio adeguato anche per quelle persone che hanno preso il microfono per intervenire. Raccontarci il loro punto di vista, affrontare un momento difficile per entrare nell'intimo di un tema così delicato come l'immigrazione o come la violenza e il terrorismo. Loro hanno cercato di raccontarlo da un palco, io con un simbolo grafico». Le parole, dunque, che diventano centrali. «Lo sono sempre state, ma in questo contesto lo sono, se possibile, ancora di più». (a.c.)
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