Lo scontro con Roma sulla A22 piomba sulle trattative 

Il ministro Toninelli vuole un controllo statale sulla società Kompatscher infuriato chiama i leghisti Zaia e Fedriga



BOLZANO. Altro che «tutto a posto», tra pochi giorni la firma per l’affidamento della concessione della A22, come annunciato martedì dal ministro Danilo Toninelli. Sulle trattative per la giunta provinciale precipita il braccio di ferro con Toninelli (M5S), che provocherà un (quasi certo) rinvio di settimane, se non mesi sull’A22. Si è riaperto, a sorpresa secondo il presidente Arno Kompatscher, il contenzioso sulla governance all’interno del Comitato di sorveglianza. Si tratta dell’organismo che verrà costituito con l’affidamento della gestione A22 alla società in house degli enti pubblici BrennerCorridor. A nulla è servito l’incontro di mercoledì di Kompatscher con Toninelli (tenuto riservato). A questo punto diventa ancora più importante l’asse di Bolzano con i governatori del Veneto Luca Zaia e del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga (Lega), che devono gestire il medesimo conflitto sui poteri all’interno del tratto di Autovie Venete che pure verrà gestito da una società pubblica. Kompatscher li ha chiamati, invitandoli a intervenire sulla parte leghista del governo. E da ieri è ufficialmente presidente del Trentino il leghista Maurizio Fugatti. Tra M5S e Lega, la A22 diventa dunque un capitolo delle trattative per la Provincia. «Il Pd non si sarebbe mai sognato di ricattare l’autonomia da Roma per ragioni legate al governo provinciale», accusa Alessandro Huber (segretario del Pd). L’8 novembre assemblea dei soci.

La Provincia puntava ad un comitato di sorveglianza, che eserciterà il controllo analogo, paritetico tra governo e soci locali. Nel testo dell’accordo inviato da Roma a Bolzano nei giorni scorsi il comitato non era più paritetico, perché con tre nominati dal governo e tre componenti locali, il presidente (di nomina statale) avrebbe diritto a un voto con valore doppio. L’impostazione con un forte controllo statale sarebbe stata spiegata con indicazioni arrivate da Bruxelles. «Siamo di nuovo al fatto che serve il via libera del ministro su tutto», si sfoga Kompatscher. Tornato infuriato da Roma, Kompatscher durante le consultazioni sulla giunta ha avuto ieri uno scontro pesante con Diego Nicolini (M5S), cui avrebbe detto, «non accetterò una umiliazione simile». Tra i poteri del comitato di sorveglianza c’è il parere sul bilancio della società autostradale, il gradimento sui nomi del consiglio di amministrazione («lo Stato riceverebbe di fatto un potere di veto», accusa Kompatscher) e l’approvazione del piano di investimenti, tra cui il fondo ferrovia destinato al Bbt. Nei momenti più caldi Kompatscher avrebbe esclamato «vogliono andare alla gara? Lo facciano». Ieri smorzava: «Trattiamo ancora». (fr.g.)













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