Malghe nel limbo accordo fra Proves e i vicini trentini

Terreni in Alto Adige, ma proprietà di Comuni oltre confine La vertenza sui tredici ettari della Kesselalm risale al 1878



PROVES. Si contendono da 135 anni proprietà e gestione di tredici ettari di terreno al confine tra l’alta val di Non (bolzanina) e la val di Non trentina. Tra qualche giorno anche l'ultimo dei Comuni coinvolti, Cagnò in provincia di Trento, siglerà l'accordo che chiude una vertenza infinita, aperta nel 1878 davanti al commissario prefettizio di Innsbruck e mai chiusa veramente. Una storia d'altri tempi, quando gli accordi si facevano per stretta di mano, guardandosi negli occhi, quando per una vacca rubata si era anche capaci ci prendere a forconate il colpevole, quando un ettaro di terra poteva decidere la sorte e la sopravvivenza di una famiglia.

Al centro della contesa la malga Kessel, in territorio altoatesino ma di proprietà dei Comuni di Romallo, Revò, Cagnò e delle quattro frazioni di Rumo. Quei 13 ettari sono da sempre, dal 1878 appunto, gestiti da 24 contadini riuniti in sette malghe di Proves. A tirare fuori da un cassetto impolverato il lodo del 1878, ormai sostituito dalle consuetudini tramandate dai nonni e dai bisnonni contadini d'alta montagna, è stata - incredibile - la richiesta di introdurre l'attività di agriturismo a malga Kessel, una fonte di guadagno ormai divenuta consuetudine sia negli alpeggi che nelle fattorie di pianura.

Per ottenere il via libera da parte della Provincia di Bolzano, i contadini altoatesini avrebbero dovuto esibire l'atto di intavolazione della malga, che però non esiste. Il lodo del 1878 rimase, a causa di due guerre mondiali e del ventennio fascista, una stretta di mano tra uomini, e non venne mai volturato e intavolato. Nel 1933 i gerarchi fascisti decisero addirittura di trasformare Proves nella frazione di Rumo, passandone le competenza al Trentino. Ma lo stesso libro fondiario, nel quale il lodo del 1878 avrebbe dovuto trovare posto, venne attivato solo all'inizio degli anni Trenta.

Una storia, insomma, maledettamente complicata, che coinvolge due Province autonome, cinque Comuni, quattro frazioni, sette masi e 24 contadini. Un tema da far venire il mal di testa già al primo approccio. «Grazie al buon senso di tutti - spiega Robert Gamper, ex sindaco di Proves e proprietario assieme ad altri 23 della malga Kessel - abbiamo trovato una soluzione che evita spese, controversie e malumori tra persone e contadini che hanno vissuto sempre in armonia al di là di confini e lingue. Per questo dobbiamo ringraziare il presidente Durnwalder, che si è speso in prima persona, i sindaci dei Comuni trentini e tutte le parti coinvolte».

Gamper, assieme ai sindaci e ai confinanti, non si è perso d'animo e con un lavoro certosino a più mani e a più teste è riuscito ad arrivare in porto. L'accordo, già approvato dai Comuni di Romallo, Revò e Rumo, prevede che la nuda proprietà dei 13 ettari di terreno resti saldamente nelle mani dei Comuni trentini, mentre la gestione e l'edificazione, costruzioni esistenti comprese, permanga nelle mani dei 24 contadini altoatesini, che in questo modo potranno continuare a svolgere la loto attività di pascolo.

Per una eventuale modifica alla destinazione d'uso dei terreni - se qualcuno si inventasse ad esempio di voler realizzare una cava - a dire l'ultima parola sarebbero comunque i Comuni trentini. Per chiudere 135 anni di storia sospesa manca solo il voto del consiglio comunale di Cagnò, previsto nei prossimi giorni.(rog)

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