«Manifestazione d’odio» l’intendente si dissocia 

Strumentalizzati da CasaPound. Lettera degli studenti del Pascoli: «Non ci stiamo a diffondere simili ideali di razzismo e xenofobia». Gullotta: «Ingannata la buona fede dei ragazzi» 



Bolzano. «Quella tenutasi al Talvera venerdì mattina non doveva essere una manifestazione politica ma di solidarietà. Condivido quello che hanno sottolineato gli studenti. Si doveva portare solidarietà alla ragazza vittima di violenza, senza politicizzare. Condivido la posizione dei ragazzi che non si sono identificati». Lo sottolinea il sovrintendente alla scuola Vincenzo Gullotta. La manifestazione era nata da un’idea ben precisa. «Lo avevamo visto tutti subito sui social. Io avrei fatto come loro, mi sarei dissociato. Nel senso appunto che doveva essere un altro tipo di manifestazione, non come è stata poi o organizzata o gestita, perché non so chi ci sia di mezzo. Quello che mi dispiace è che i ragazzi si siano trovati in mezzo a una manifestazione che, probabilmente, ha preso una direzione diversa da quella cui loro volevano partecipare». Gullotta ha avuto dubbi già quando l'ha vista pubblicizzata: «Ho pensato: magari rischiano di trovarsi in qualcosa di diverso. Cosa che poi in realtà è successa». Sull'intervento, megafono alla bocca, del professor delle secondarie di secondo grado Francesco Bragadin, già consigliere di circoscrizione del centro destra, Gullotta commenta: «Spero che abbia parlato a titolo personale. Non aveva nessun incarico da parte nostra e sicuramente neanche dalla scuola. L'ha fatto in maniera privata». Comprende, il sovrintendente, che il comportamento del professore abbia destato scalpore, «ma da libero cittadino ognuno può fare ciò che vuole». Quando era stata pubblicizzata la manifestazione, «c'era scritto che partecipavano le scuole e io avevo sottolineato che non partecipavano in quanto scuole ma che era ogni singolo studente a decidere se partecipare o meno. Ben differente sarebbe stato se il professore avesse partecipato come scuola o con una delle sue classi».

Gli studenti

«Siamo la classe 4C», scrivono i ragazzi del Pascoli al nostro giornale. «Siamo stati informati che il 17 maggio si sarebbe tenuta una manifestazione allo scopo di sostenere una vittima di stupro e diffondere un messaggio positivo contro la violenza sulle donne». Così si sono recati alla manifestazione con la speranza di essere uniti, indipendentemente dalle diverse posizioni rispetto a una causa comune. «Tuttavia, una volta giunti al punto di ritrovo, abbiamo scoperto con grande delusione e amarezza che non si trattava di una manifestazione contro la violenza ma paradossalmente di una manifestazione di violenza indirizzata ai migranti». La manifestazione «è stata strumentalizzata e usata come pretesto per diffondere ideali di razzismo e xenofobia che distoglievano l'attenzione da quello che sarebbe dovuto realmente essere il messaggio, ovvero il sostegno alle vittime di abusi e una presa d'azione contro il fenomeno della violenza sulle donne, che nella società odierna rappresenta ancora una problematica di rilievo». Sorpresi e indignati, i ragazzi, «nello scoprire che i cartelli innalzati nel corso della manifestazione contenessero messaggi di odio indirizzati ai migranti», così come li ha stupiti osservare «come una grande percentuale dei partecipanti fosse composta da nostri compagni più giovani, di prima e di seconda, la cui ingenuità li ha condotti a prendere parte a un movimento del quale potrebbero non conoscere la portata delle conseguenze».

I ragazzi non desiderano essere associati a questo evento. «Ci rammarica sapere che la storia della vittima di violenza che ci ha spinto a unirci alla manifestazione sia stata strumentalizzata per diffondere ideali di odio piuttosto che messaggi positivi di unione e di sostegno». Con la lettera han voluto denunciare i fatti in maniera che non accadano mai più in futuro e con la speranza che, dovessero ripetersi eventualità simili, ci sia una migliore comunicazione e uno spirito diverso, «in modo che noi e gli studenti più giovani di noi non debbano incorrere in una manifestazione di questo genere ed essere associati a movimenti di odio o spinti a orientarsi in tale direzione». DA.PA













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