Manifesto con gli alpini, interviene l’Ana nazionale

Strigliata al Pd per il poster con l’adunata: «No ai nostri simboli per fini elettorali» Spagnolli: «Senza di me non si sarebbe fatta, comunque tra due giorni li tolgo»



BOLZANO. Marciano lenti gli alpini ma quando arrivano, arrivano. Ci sono i segni dei loro scarponi chiodati sul manifesto Pd che celebra l'adunata. E che chiodi: «L'Ana deplora con fermezza l'uso strumentale di simboli, immagini ed altro riguardanti gli alpini dell'Ana a scopo di propaganda elettorale». Ana nazionale, non la bolzanina. Quella che tratta coi governi e con le regioni. Qualcuno l'ha tirata per la giacca, quasi sicuramente il "graduato" Lillo, plenipotenziario nonostante la Biancofiore di FI a Bolzano. Qualcun'altro, invece, non l'avrebbe fatto abbastanza. Perché a un certo punto l'associazione nazionale sembra parlare a nuora perché suocera intenda disconoscendo "quanti si prestano, violando indicazioni statutarie, a strumentali giochi di partito...". Non può disconoscere il Pd, perché l'Ana non ne ha giurisdizione: è probabile che la minaccia sia rivolta invece a qualche iscritto, o a una parte del direttivo bolzanino che, come direbbero gli inquisitori di santa romana chiesa, ha visto ma ha fatto finta di non vedere ( i manifesti), sapeva e ha girato la testa dall'altra parte. Insomma, lo spot elettorale che riproponeva il clamoroso successo dell'adunata è inciampato nella polemica, come quello che l'aveva preceduto, con la citazione langeriana. Ma in questo caso, il marchio, a differenza di quello postumo di Alex, aveva un ente che ne proteggeva il copyright. E l'uso improprio. Siamo sul filo, comunque. Perché il manifesto celebra un evento, non schiera un corpo militare. E su questo filo si è avventurato anche il sindaco, ieri. Che a pochi minuti dalla diffusione del comunicato Ana, ha voluto stare sul punto. «Rivendico- ha detto Spagnolli - la mia scommessa vinta. E ribadisco: il mia». In sostanza: secondo il candidato del Pd, solo la capacità di mediazione sua e della sua giunta, rispetto alle posizioni fino ad allora intransigenti di Svp e Provincia sull'opportunità di ospitare il raduno alpino, avrebbe consentito a Bolzano di godere di uno spettacolo unico. «E insisto: non rivendico solo la scommessa anche politica vinta allora. Ma pure il ruolo del mio Comune. Di solito- ha insistito Spagnolli- sono le regioni che intervengono per supportare l'adunata. In questo caso è stato il municipio. E la macchina ha funzionato a meraviglia. E' stata una delle migliori adunate nella storia dell'Ana». Ma i manifesti, sindaco, che fate li ritirate a questo punto? «Spariranno tra un paio di giorni». Punti sul vivo dall'Ana? «Non ce n'era bisogno. Abbiamo tre tornate di manifesti: il primo è andato, ora è toccato alle penne nere. Tra pochi giorni sarà la volta dell'ultimo». In ogni caso l'Ana nazionale ha dettato una presa di posizione che non lascia spazio ad equivoci: «Siamo impegnati in difesa di valori umani, patriottici e sociali che non possono essere considerati patrimonio esclusivo di una sola parte o di singoli partiti». E ancora: «L'Ana, pur non avendo strumenti legali per impedire singole iniziative dissente e disconosce quanti si prestano... a giochi di partito». Fatto salvo, infine, che "a nessuno è consentito l'uso di simboli se non autorizzato, l'Ana difende i principi fondanti dello statuto che la qualifica come associazione apartitica". Punto. E Spagnolli? «Spero che gli alpini bolzanini mi votino, comunque. Con quelli della destra l'adunata non si sarebbe mai fatta». (p.ca.)













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