Mercato Generale, il Comune si smarca 

La replica agli operatori. Il sindaco risponde dopo la protesta: «Ho le mani legate. Sono dei privati. Hanno avuto  già sette proroghe. Da anni sanno di dover lasciare l’area. Non possono sempre attendere soluzioni istituzionali»



Bolzano. Al Mercato Generale dei Piani non è stata data una proroga: ne sono state date sette. Dice il Comune: «Sono anni che gli operatori sanno di dover lasciare l’area. Sono dei privati. Non possono sempre attendere soluzioni istituzionali». Questo significa che tra le aspettative del Mercato («Provincia e Comune devono prendersi carico della nostra nuova collocazione e aiutarci a trovare nuovi spazi e darci ancora tempo» hanno detto i loro rappresentanti) e la realtà ci sono di mezzo le leggi. Tra le quali quelle che hanno imposto proprio a Comune a a Provincia di uscire dal consorzio di imprese nel quale erano stato coinvolte per anni. E a farlo in seguito alla liberalizzazione del commercio e dalle riforme introdotte dal nuovo testo unico delle partecipate. «Fosse per me - spiega il sindaco - farei di tutto. Ma non posso. La prima ragione è che il municipio non possiede aree adeguate alle esigenze del mercato. La seconda è che si tratta di imprese private. Hanno ottenuto i loro utili in questi decenni visto che operano su spazi e strutture comunali per le quali pagano un affitto modulato sull’estimo, non sul mercato. 160mila euro l'anno per tutto». Ma poi, aggiunge Caramaschi, c’è il macigno delle leggi in materia di gestione delle aree pubbliche: «Se mai il Comune trovasse un lotto, che non c'è nella realtà e basta guardare la pianta della città, non potrebbe concederla senza espletare una gara pubblica». Traduzione: nel caso l'ente pubblico individuasse un luogo adatto, questa stessa area non potrebbe essere assegnata “de facto” ad una impresa privata, foss'anche un gruppo di imprese, ma dovrebbe essere posta all'asta, offerta sul mercato con gara pubblica con tutte le procedure del caso. Con la possibilità, alla fine, che non sia il Mercato al aggiudicarsela, ma , magari, un'altra azienda interessata. «Quello che vorrei far capire agli operatori del Mercato - aggiunge Caramaschi - e lo dico col cuore in mano, è che ci sono leggi e norme, non ci si può muovere tra pubblico e privati imprenditori, perché tali sono i commercianti di quell'area ai Piani, come se nulla fosse. Ci sarebbero ricorsi di altri soggetti e poi gli uffici legali. Insomma, il Mercato ha avuto anni di tempo per trovarsi una soluzione che non può venire sempre dall'alto. Inoltre - spiega - tra noi e il Mercato sono intercorsi una infinità di colloqui. Che infatti hanno portato alle proroghe. Ma non si può evitare lo sfratto». Il quale ha una ragione precisa: l'Areale. I commercianti del Mercato hanno chiesto di restare al loro posto finché il progetto non sia avviato concretamente. Ma sembra che le ferrovie e gli altri interlocutori, una volta espletato il bando, probabilmente entro il 2021, vogliano avere subito le aree interessate a disposizione. «E il Comune - dicono negli uffici - oltre a concedere rinvii , non può essere parte attiva nella ricerca di soluzioni senza un bando che le giustifichi. Ma un bando di assegnazione di lotti aperto a tutti. Non si può farne uno riservato al consorzio». C'è poi un ulteriore ostacolo. A seguito dell’approvazione del masterplan del marzo 2015, che ha regolamentato la riorganizzazione urbanistica e la riqualificazione delle aree ferroviarie di Bolzano interessate al progetto complessivo, questo spazio ai Piani di proprietà comunale “deve” essere messo a disposizione del progetto stesso. E non avendo più il Comune partecipazione giuridica nella società per legge non può mettere a disposizione un sito alternativo. Poi, la ratifica dell'accordo di programma sull'areale ferroviario firmato nel luglio del 2019, ha consolidato in via definitiva quanto previsto dal masterplan e oggetto di progettazione. La via è stretta, dunque.

E forse solo la Provincia, che ha la gestione della Zona, potrebbe individuare a Bolzano sud un'area. Ma resta anche in questo caso da stabilire se questo dovrà avvenire con bando pubblico, come è probabile. E non con assegnazione diretta vista la natura privatistica del consorzio del Mercato. P.CA.















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