Morto il ciclista investito in via Roma

Primo Bianchi, 63 anni, non ha superato la notte. Era molto noto a Oltrisarco dove ha lavorato a lungo in un tabacchino


di Alan Conti


BOLZANO. L’altro pomeriggio il medico d’urgenza, seduto nell’ambulanza con i lampeggianti accesi in via Roma, aveva scosso la testa. Le ferite riportate al capo da Primo Bianchi, 63 anni, dopo l’investimento - mentre si trovava in sella alla sua bici - sono parse subito molto gravi. Si sperava in un miracolo, ma alle 4.30 della scorsa notte il bolzanino è morto lasciando un grande vuoto a Oltrisarco, ma non solo. La polizia municipale è stata minuziosa nel raccogliere tutti gli elementi utili a ricostruire la dinamica dell’investimento e il quadro sembra piuttosto chiaro. L’Alfa Romeo Giulietta guidata da un uomo di 44 anni residente a Frosinone ha centrato la bicicletta di Bianchi mentre stava attraversando via Roma sulle strisce pedonali e con le luci regolarmente accese. L’automobilista arrivava da ponte Roma e stava uscendo dalla rotatoria mentre la vittima si spostava in direzione via Galilei. L’impatto è stato violento e Bianchi è stato sbalzato a 7 metri di distanza. A risultare fatale è stato il colpo subìto contro il parabrezza. Nell’impatto l’uomo ha perso una scarpa e la bici si è a accartocciata. Una scena agghiacciante, che ha colpito molto turisti e bolzanini di passaggio.

Un uomo allegro. Primo Bianchi è molto conosciuto a Oltrisarco tanto che nel 2014 fu delegato a rappresentare i commercianti di via Claudia Augusta in un incontro con gli assessori comunali sulla viabilità nel quartiere. Insieme al fratello Gilberto ha lavorato per molto tempo al «Mio Tabacchino» in via Claudia Augusta insieme al nipote. Amava la gente e si divertiva a scambiare qualche parola con tutti. D’altronde per molti anni, sempre insieme al fratello (che coordina anche lo Juventus Club Oltrisarco) aveva gestito il distributore di benzina che si trova in via Merano vicino alla fioreria Schullian. Sapeva rimboccarsi le maniche e affrontare, all’occorrenza, nuove sfide imprenditoriali. Lui stesso si definì imprenditore quando si candidò per le elezioni amministrative a sostegno della lista Benussi, al numero 17. Non a caso da un anno e mezzo affiancava la figlia Federica (Diego l’altro figlio, Elena la moglie) al bar edicola De Gustibus di via Rosmini, noto in città per i prodotti senza glutine. Originario di Rossano Calabro, Bianchi aveva studiato da geometra frequentando anche il Politecnico di Torino. A Bolzano aveva trovato la sua dimensione. Tra le passioni non si può non citare il rugby che praticava e seguiva da vicino. Era anche un collaboratore dell’Adriana, società ciclistica del quartiere. A ricordarlo, tra tanti, ieri c’era anche il Grole. Solo giovedì si trovava sorridente allo stand degli alpini. Oggi sul luogo dello schianto c’è un mazzo di fiore per l’ultimo saluto a Primo.

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