La tragedia 

Morto in cantiere, mancava il parapetto

Inchiesta della Procura. Si indaga sull’operato delle ditte Volcan e Baugino, del capocantiere e del coordinatore delle sicurezza. Ma i lavori vanno avanti


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Gabriele Arcuri è morto a 54 anni in uno dei cantieri più grandi di Bolzano perché mancava il parapetto: ha messo il piede in fallo (c’era un «buco» di circa 50 centimetri) e ha fatto un volo di dodici metri. Ieri la Procura ha incaricato formalmente l’Ispettorato del lavoro di accertare le cause della tragedia. «Non è stato sequestrato il cantiere - spiega Helmuth Sinn, direttore della ripartizione lavoro della Provincia - perché è stato possibile accertare i fatti nelle ore immediatamente successive. A quanto pare mancava, effettivamente, una parte del ponteggio. Dobbiamo capire quando è stata rimossa la protezione, ma anche chi l’ha tolta e in che modo. L’inchiesta dovrà inoltre accertare se il parapetto è stato rimosso per fare più in fretta, come accade purtroppo non di rado nei cantieri. Non solo quelli altoatesini. Possiamo affermare sin d’ora che non sono state rispettate diverse norme in materia di sicurezza e prevenzione. Alcune violazioni sono evidenti».

Gabriele Arcuri, un divorzio alle spalle, aveva due figlie grandi: Desirée di 18 anni e Veronica di 22. Ieri le due ragazze hanno raggiunto il capoluogo bolzanino assieme alla mamma ed ex moglie dello sfortunato operaio di Crotone. Nel pomeriggio sono state accompagnate dal titolare della ditta Baugino Luigi Masciari nella sede dell’azienda, a Egna, per ritirare gli effetti personali. «Gabriele, oltre ad essere un cugino, era un amico - commenta l’ad - e lo ricordo solare e sorridente. Ci incrociavamo spesso in balcone. A parlare di tutto: la nostra non era solo un’azienda ma una famiglia allargata di quasi cinquanta persone. Stavamo assieme dopo il lavoro, anche nel weekend: il legame tra noi era sincero e profondo, anche per questo il richiamo alla sicurezza era una costante. Fare più fretta, tra l’altro, non ci avrebbe fatto guadagnare di più».

Cantiere al setaccio. I primi ad arrivare sul posto sono stati i poliziotti della squadra volante che hanno raccolto le testimonianze di tutti i colleghi che erano in cantiere al momento dell’incidente. E le versioni, a quanto pare, sarebbero concordanti. Nel corso delle indagini - per conto della Procura di Bolzano - l’Ispettorato dovrà vagliare diverse posizioni. «Sicuramente - prosegue Sinn - quelle della ditta che aveva ottenuto l’appalto (la Volcan) ma anche della ditta subappaltatrice (la Baugino), del coordinatore della sicurezza e del capocantiere». Essendo già stata accertata, con sufficiente chiarezza, la dinamica della caduta, si è ritenuto opportuno rimettere il ponteggio in sicurezza e autorizzare la regolare prosecuzione dei lavori della «Cantina Bolzano». Un appalto da 17 milioni di euro.

Mancano ispettori. I sindacati, nelle ore successive alla tragedia, hanno sottolineato come, in provincia di Bolzano, si registri una carenza di ispettori. Una carenza che ieri è stata confermata, in parte, dalla stessa Provincia. «Dei 32 posti in pianta organica attualmente ne sono occupati 26 - spiega Helmuth Sinn - ma ciò non vuol dire che non si facciano i controlli. E a testimoniarlo sono anche i dati dello scorso anno. Tra l’altro, proprio di recente, è stato indetto un concorso per colmare, almeno in parte, questa lacuna».

Quindici posti sono destinati alla «tutela sociale» e nove alla «tutela tecnica».

A Bolzano si sta cercando di lavorare molto anche sulla prevenzione grazie anche al contributo del Comitato paritetico edile, che ha la possibilità di fare «visite aziendali» e di invitare le ditte interessate a intervenire se necessario per tornare in regola. «Se questo non succede interveniamo noi», spiega Sinn. Ugualmente importante, in tema di controlli, il contributo dei carabinieri. «Mi preme sottolineare - aggiunge Sinn - che in Alto Adige i dati sono abbastanza buoni: l’ultimo morto per una caduta dall’alto in cantiere risale a quattro anni fa». Resta il fatto che solo un paio di settimane fa hanno perso la vita, sempre al lavoro, altri due operai specializzati del Sud nello scontro fra due treni a Bressanone.

Controlli e sanzioni del 2016. Secondo gli ultimi dati forniti dalla ripartizione lavoro della Provincia nel 2016 sono stati fatti in tutto l’Alto Adige 1.203 controlli, dei quali 650 nei cantieri, 280 in laboratori e officine, 130 nel settore commercio, 65 nelle aziende agricole, 90 in altre aziende che non rientrano nelle classificazioni precedenti. Le sanzioni comminate solamente l’anno scorso ammontano ad oltre due milioni di euro, ma gli importi realmente incassati sono stati di poco superiori ai 700 mila euro.

La Procura: ancora nessun indagato. Il Procuratore Capo Giancarlo Bramante ha sottolineato ieri che è stata aperta un’inchiesta per accertare le cause della morte di Arcuri ma al momento «non c’è ancora nessun indagato». Si tratterà di accertare eventuali responsabilità, con particolare attenzione ai responsabili della sicurezza.













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