BOLZANO

Negozi a Bolzano, la lenta agonia di Corso Libertà

L’allarme dell’Unione commercio: «La chiusura di Euronics un brutto colpo per la zona». Lascia anche “Leonidas”



BOLZANO. «La chiusura definitiva di Euronics è un brutto colpo per i dipendenti e per Corso Libertà. Il negozio di elettrodomestici ed elettronica era un magnete attrattivo per una zona che dal punto di vista commerciale sta soffrendo parecchio per l’apertura del Twenty e per l’assenza di iniziative da parte del Comune». Pietro Perez, responsabile per Bolzano dell’Unione commercio, ieri era in corso Libertà per rendersi conto di persona della situazione.

Nel periodo dell’Avvento il Corso, dove si affacciano i palazzi di stile razionalista, era deserto: i turisti arrivati a migliaia in città per il Mercatino si fermavano tutti in centro storico.

Nel frattempo le casette hanno chiuso, ma la situazione oggi è più o meno la stessa: i bolzanini preferiscono andare al Twenty in macchina perché sotto ci sono tre piani di garage dove si parcheggia gratis; oppure a piedi o in bici usando il nuovo ponte. E i negozi di Corso Libertà - e non solo loro - soffrono pesantemente la concorrenza. La zona si rianima un unico giorno alla settimana: il sabato per il mercato di piazza Vittoria. Ad aggravare la sensazione di lenta agonia commerciale anche i ritardi dell’operazione polo bibliotecario: le scuole Pascoli sono chiuse, gli studenti, che portavano vitalità, sono stati trasferiti nella nuova sede a Casanova. Periodicamente deve intervenire la polizia a sgomberare barboni e immigrati accampati nel cortile della scuola dove sono passate intere generazioni di bolzanini. Con la chiusura di Euronics - sulla scelta del gruppo Galimberti ha pesato l’incendio scoppiato in un magazzino il 26 dicembre - si perdono 11 posti di lavoro.

Ieri nella sede di via Siemens, Gianfranco Brotto, sindacalista della Cisl, ha convocato una riunione con i dipendenti per fare il punto della situazione: «Per uno di loro c’è la possibilità di andare in pensione, per gli altri si apre la procedura si mobilità. Difficile che possano accettare l’eventuale offerta dell’azienda di fare i pendolari nei punti vendita di Cles e Pergine; o trasferirsi in Lombardia e in Veneto».

Accanto ad Euronics c’è Modena Vision. Anche lì le serrande sono abbassate, per un motivo diverso però: il tribunale ha dichiarato fallita la società.

Qualche negozio più in là, vicino al semaforo, fino al 31 dicembre c’era “Leonidas”: anche la boutique dei cioccolatini ha chiuso.


«Il lavoro stava diventando pesante, anche perché non mi potevo permettere di prendere una dipendente - spiega Laura Nascimbeni che sei anni fa era subentrata alla madre nel negozio prima specializzato in maglieria su misura -. E poi mi sono resa conto che il Twenty ci ha massacrati: nel periodo di Natale ho lavorato solo con gli habitué, spariti completamente i clienti di passaggio. Viste le premesse è difficile che in futuro le cose possano andare meglio e così ho deciso di chiudere e prendermi un anno sabbatico. Purtroppo, il Comune in questi anni non ha fatto nulla per valorizzare la zona, nonostante si parli da tanto tempo di realizzare un garage in piazza Vittoria, chi viene da noi fa fatica a trovare parcheggio e va altrove. Per esempio, al Twenty».

Negozi vuoti diventano ben presto sinonimo di degrado e si crea l’effetto domino: «Sempre in Corso Libertà nei mesi scorsi - spiega Perez - hanno chiuso la gelateria Vittoria, New sport system e In forma. Abbiamo problemi analoghi in via Torino. Del resto, l’avevamo previsto che queste sarebbero state le conseguenze dell’apertura del megastore di via Galilei e ci hanno detto che facevamo gli affari dei commercianti del centro. Ma forse ora ci si rende conto che il piccolo negozio di quartiere svolge anche una funzione sociale e garantisce sicurezza». L’Unione ha in programma un incontro con il commissario straordinario Penta per chiedere di mettere in campo iniziative a sostegno del commercio di vicinato.













Altre notizie

Attualità