Notte di gelo, danni seri soprattutto per le viti

Il Bauernbund: «Ripercussioni notevoli». Termeno ed Egna tra le zone più colpite A Terlano e Novacella elicotteri a bassa quota «contro la massa di aria fredda»


di Massimiliano Bona e Bruno Tonidandel


BOLZANO/TERMENO/EGNA. Notte di gelo - con temperature fino a 4 gradi sottozero - in tutta la provincia, con danni soprattutto alle viti («notevoli», secondo il Bauernbund) ma anche ai meleti, specie per chi non è riuscito ad utilizzare l’impianto antibrina, in parecchi casi anche per la mancanza d’acqua. Tra le zone più colpite quella di Termeno, dove vengono prodotti alcuni dei bianchi più pregiati a livello nazionale. Ci sono viticoltori che per combattere il gelo e le masse di aria fredda si sono organizzati con gli elicotteri (a Terlano, Novacella, sul Renon eccetera), utilizzati a bassa quota fin dalle prime ore del mattino, mentre altri hanno preferito accendere fuochi accanto alle vigne. È il caso, ad esempio, dell’Hotel Weingut Pacherhof di Varna, ma anche di Termeno. Emblematico uno dei commenti postati su Facebook: «Notte di gelo...- 4 gradi..... abbiamo lottato.... con antigelo, falò ed elicotteri....speriamo davvero che ne sia valsa la pena». Altri contadini - in val Senales ad esempio - hanno usato gli atomizzatori dei trattori per far girare aria calda a livello del suolo. A Terlano l’elicottero - come documenta il video di Sigmar Stocker - ha iniziato a volare poco sopra le vigne fin dalle prime ore del mattino su incarico della locale cantina vinicola. Diverse le chiamate alle forze dell’ordine per avere delucidazioni. I danni non sono trascurabili ma ancora da quantificare.

Il presidente del distretto della Bassa Atesina del Bauernbund Reinhard Dissertori parla di «ripercussioni notevoli». E questo per due motivi: il freddo notturno nel fondovalle è risultato più intenso - fino a 3/4 gradi sotto lo zero - rispetto a quello registrato la notte fra martedì e mercoledì. L'altro elemento, forse ancor più preoccupante è che molti agricoltori, pur disponendo di un impianto antibrina, non sono stati in grado di azionare le pompe per mancanza di acqua. L'aveva rivelato alcuni giorni fa anche il presidente del Bauernbund: per la scarsità di piogge autunnali e primaverili, le falde acquifere si sono abbassate. Ad Ora, sui frutteti non bagnati si registra almeno il 60% di perdite per le mele. Il gelo, poi, ha intaccato anche la qualità del frutto. E questo lo si riscontrerà poco prima del raccolto. Nella zona di Termeno, sia nel fondovalle che nella zone collinari, i danni alle viti - sempre secondo Dissertori - ammontano al 60/70%. Per i germogli teneri bastano un paio di gradi sotto lo zero per annerirsi. E per i viticoltori del Gewürztraminer si tratta di una perdita notevolissima. Ingenti danni anche nei vigneti di Villa di Egna, Cortaccia e Salorno. L'allarme in Bassa Atesina, l'altra notte, è scattato alle 24. A Magré la sirena è partita alle 0.45, mentre le pompe hanno iniziato a spruzzare acqua sui frutti attorno all’1.45/2 fino al sorgere del sole. In altri paesi l'allarme è partito ancora prima di mezzanotte. Gli impianti antibrina sono stati azionati ad una temperatura di 0/-1 gradi . In molti casi però la pompa non è riuscita a pescare acqua. Ieri, per tutta la giornata, il sole ha inondato la Bassa Atesina, le temperature si sono alzate ed anche il gelido vento da Nord si è attenuato. Il pericolo brinate è però sempre in agguato, almeno fino a metà maggio, quando i « Santi del Ghiaccio» – Pancrazio, Servazio, Bonifacio e Sofia – se ne saranno andati.

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