Nuova facoltà di ingegneria al Noi «Servirà per la nostra economia» 

Gelo del presidente sul doppio passaporto: «È compatibile con la nostra realtà multilingue? Non so»  Rilancia le Olimpiadi delle Dolomiti: «Ma ad impatto ambientale zero, ho detto a Lotti e Malagò»


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Sul doppio passaporto cala il gelo del presidente Kompatscher. «È compatibile con la nostra visione di una regione, di una provincia, orgogliosa, gelosa delle proprie tradizioni, della propria cultura, delle lingue, ma anche della varietà e multiculturalità, di una visione europea?». È compatibile sì o no, la doppia cittadinanza italo-austriaca concessa a sudtirolesi e ladini? «Forse sì», risponde Arno Kompatscher, «Forse no». Di sicuro «no», se diventa una istanza per scaldare i nazionalismi. Come ha fatto il parlamentare austriaco della Fpö Werner Neubauer, arrivato a Bolzano per festeggiare con la destra sudtirolese il nuovo governo Övp-Fpö, che ha inserito il doppio passaporto nel programma. «Come un elefante in una cristalleria», è la sintesi di Kompatscher, cui è toccata nei giorni scorsi l’opera di ricucitura con il governo (si parla di interventi riservati anche del Quirinale). Accanto al «sì» condizionato («la Svp è favorevole purché in uno spirito europeo»), al «no» ai nazionalismi, Kompatscher lancia la sua terza via.

Se dovesse augurarsi la notizia (politica) più bella per il 2018, annuncia, questa sarebbe che «Bruxelles accoglie la proposta altoatesina di cittadinanza europea». Uno o due passaporti? Tema superato, a quel punto. «La soluzione è più Europa». Kompatscher ha ripercorso ieri con i giornalisti eventi e temi chiave del 2017, gettando un occhio al 2018.

LA NUOVA FACOLTA’. Non sarà una coincidenza. Dopo giorni di discussioni faticose su cittadinanza, discendenze, appartenenze, Kompatscher sceglie l’incontro di fine anno per lanciare una novità sulla formazione, cioè sul futuro. Dentro il Noi, il parco tecnologico su cui scommettono Provincia e privati, arriverà una delle nuove facoltà della Lub, Ingegneria. Nell’ateneo se ne parla da tempo, Kompatscher annuncia il suo sostegno al progetto: «Questa novità potrebbe rafforzare ulteriormente la rete tra imprese, centri di ricerca e università». L’ipotesi è di una facoltà di Ingegneria focalizzata su automazione e sensoristica, adatta al tessuto imprenditoriale locale, e non in concorrenza con Innsbruck e Trento. La giunta martedì ha definito le proprie nomine per il nuovo Consiglio dell’Università, tra questi la presidente in pectore Ulrike Tappeiner e Francesco Grillo.

OLIMPIADI SENZA CEMENTO. Kompatscher rilancia l’idea delle Olimpiadi invernali delle Dolomiti, con candidatura comune di Alto Adige, Trentino, Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Tirolo. Ma senza impatto ambientale. Ne ha discusso con il ministro Luca Lotti e il presidente del Coni Giovanni Malagò. La sua idea: «Le Olimpiadi devono tornare nei luoghi dove gli sport invernali sono nati e possono benissimo farlo utilizzando le strutture che già sono presenti sul territorio. Penso agli impianti di gara, ma anche alle infrastrutture turistiche: non abbiamo bisogno di interventi che rovinano il paesaggio o di opere miliardarie». La scossa al Cio: «Altrimenti le Olimpiadi invernali rischiano seriamente di morire».

LA MOBILITA’. Il 2018, annuncia Kompatscher, sarà sotto il segno della mobilità. In gennaio conferenza stampa su Bolzano e provincia, poi due vertici internazionali sui macro temi, a partire dall’asse del Brennero e le misure da concordare perché cessi di essere la via più conveniente per i Tir: si parlerà di tutto, dai pedaggi autostradali al diesel austriaco «troppo» economico. «Per la prima volta l'Italia si posizionerà in maniera chiara a favore di una crescita dei pedaggi autostradali lungo l'asse del Brennero con l'obiettivo di trasferire il traffico pesante da gomma a rotaia», rivela.

LA MORTE DI ADAN. Inevitabile ripercorrere la morte di Adan, il tredicenne curdo iracheno, disabile, morto in ospedale a Bolzano. Dopo le verifiche interne, Kompatscher ribadisce che un errore c’è stato: «Si è trattato di una vicenda drammatica, che ha profondamente colpito tutti. Qualcosa non ha funzionato nella catena dell'accoglienza: il ragazzo e la sua famiglia rappresentavano un cosiddetto "caso vulnerabile", e sarebbe dovuta intervenire una struttura pubblica». Non è sufficiente dire che i volontari avevano fatto da supplenza, trovando un tetto alla famiglia rigettata dalla Svezia. Ma Kompatscher dice anche che «non è vero che sono stati più notti all’aperto». L’Alto Adige accoglie oggi circa 1.650 richiedenti asilo, un compito di accoglienza che deve coinvolgere tutti, con solidarietà, puntando «sull’accoglienza diffusa». Soprattutto, dice Kompatscher, non c’è una invasione. E la Provincia garantirà una «accoglienza dignitosa» anche ai fuori quota.

LUPI E ORSI. Con il governo Gentiloni ancora in carica arriverà la norma di attuazione che garantisce più libertà di manovra su lupi e orsi? La Svp ci spera ancora. Ieri Komptscher ha sottolineato «sono d’accordo con il presidente trentino Ugo Rossi, che chiede una rivisitazione del progetto Life Ursus. L’obiettivo era arrivare a 45 orsi, siamo ormai a 60 e insediati in una porzione troppo ridotta del territorio trentino». Nei colloqui a Bruxelles, dice, «è emerso che la Convenzione di Berna, che garantisce la tutela massima alle specie animali a rischio di estinzione, consente agli Stati membri di avere dei margini di manovra proprio per gestire al meglio gli eventuali problemi di convivenza con l'uomo. L'Italia sino ad ora non ha utilizzato questa opportunità per motivi sostanzialmente politici». L’obiettivo è un «piano di management dei grandi predatori». La Provincia sta lavorando da un lato a Bruxelles per chiedere una revisione dei livelli di tutela, abbassando quella "assoluta" garantita ai lupi, e a Roma per potersi garantire due strade: «Allo Stato chiediamo di consentire l'elaborazione dei piani di management dei grandi predatori o in alternativa di dare il via libera ad una norma di attuazione che delega le competenze in materia alla Provincia».

L’AUTONOMIA. Lo staff di Kompatscher sta lavorando alla campagna pensata per «raccontare» l’autonomia altoatesina al resto d’Italia. «Registro comunque», commenta il presidente, «che stanno calando gli attacchi verso di noi, mentre cresce nelle regioni del nord la richiesta di più competenze. Hanno ragione, perché il sistema li spreme come limoni». Orgoglioso dell’operazione di piazza Tribunale, con la frase di Hannah Arendt sul bassorilievo di Mussolini: «La storia non va cancellata, ma deve restare come ricordo e come monito per non ripetere gli errori commessi».

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