l'allarme

Ogni anno 500 in terapia per i disturbi alimentari

La magrezza come ossessione per ragazze ma anche maschi sempre più giovani. Vanzetta (Infes): «Manca una comunità alloggio per i “pasti accompagnati”»


di Valeria Frangipane


BOLZANO. Cibo, peso, forma fisica come ossessione. Magrezza e muscoli come simbolo di perfezione, ambizione, successo, autocontrollo, autodisciplina. Come dire che se controllo il mio corpo, controllo il mondo.

Ogni anno in Alto Adige tra le 450 e le 500 persone entrano in terapia per gravi problemi alimentari. “Rinunci ai cibi che ti piacevano per mangiare solo cose “sane”? Togli in maniera maniacale carboidrati e grassi e punti solo alle proteine? Cerchi di nascondere agli altri quanto mangi? Mangi di nascosto?” Domande più che banali che possono nascondere un disordine col quale è meglio non scherzare. Lo sanno bene all’Infes (Centro per la cura dei disturbi alimentari) che ieri ha partecipato alla Giornata nazionale del “fiocchetto lilla” e distribuito nastri colorati e tulipani in Piazza del Grano.

Un gesto semplice per un giorno che è anche un simbolo: il 15 marzo del 2010 Stefano Favilla, genovese, ha perso la figlia di 17 anni. La sua ragazza non ce l’ha fatta, era bulimica. E questo padre non vuole che accada ad altri. Rafaela Vanzetta - coordinatrice Infes - dice che anoressia (rifiuto del cibo) e bulimia (il suo contrario) sono diventati nell'ultimo ventennio una vera emergenza nella sfera della salute mentale per gli effetti devastanti che hanno sulla vita di adolescenti e giovani adulti. «Non vogliamo fare facili allarmismi, che non ci piacciono, ma alziamo la guardia e invitiamo le famiglie a fare altrettanto visto che a tutt’oggi, in Alto Adige, abbiamo dalle 450 alle 500 persone in terapia per problemi di questo tipo. Tra il resto ricordo che in provincia servirebbe una comunità alloggio per i cosiddetti “pasti accompagnati”. Non possiamo, finita la terapia, lasciare le persone da sole».

Un disturbo come questo ha sempre molte cause. «Viviamo in una società che suggerisce ai giovani, che ad essere magri o ad avere muscoli ben sviluppati, si è persone migliori. E da qui all’ossessione il passo può essere breve anche se invito a non generalizzare L’importante è che i genitori affrontino il problema senza negarlo e che la famiglia sviluppi delle strategie per affrontare difficoltà e stati d’animo - che credetemi sono complessi - che un disordine simile porta con sè. E parlo di ansia profonda, senso d’impotenza, d’inadeguatezza rabbia ecc.».

Un disagio per giovani donne ma anche giovani uomini. «Sì. E sempre di più. Gli uomini fanno solo un po' più fatica ad ammettere di avere un problema e soprattutto a cercare aiuto. Le statistiche internazionali ci dicono da qualche anno, che i maschi che soffrono di anoressia sono in costante aumento». Ciononostante nella grande maggioranza dei casi ad ammalarsi sono ancora le donne. «E in questo processo noi dell'Infes cerchiamo di essere d’aiuto perchè offriamo consulenza gratuita a chi sta male, ma anche ai familiari, agli amici, ai partner, agli insegnanti, in un colloquio che può essere personale, ma, se necessario, anche telefonico o via mail. In oltre organizziamo gruppi per i familiari e gruppi di training psicosociale per chi ha un rapporto problematico col cibo e col proprio corpo. E rispettiamo, perchè la comprendiamo, ogni richiesta di anonimato. Insomma siamo qui pronti ad ascoltare senza giudicare». E non è poco.













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