il caso

Omicidio di Barbara Rauch, sconto di pena di tre anni 

Il delitto di Appiano. Lukas Oberhauser venne condannato a 26 anni di carcere e 3 di cura Ok della Procura ad un concordato che eviterà l’appello. Risarcimento: chiesto oltre 1 milione



BOLZANO. Il processo d’appello a carico di Lukas Oberhauser, condannato a 26 anni di detenzione e almeno tre anni di cura psichiatrica all’interno di una struttura protetta e controllata (Rems) per l’omicidio di Barbara Rauch, non si farà. La Procura generale ha fornito il proprio assenso definitivo alla proposta di concordato avanzata dall’avvocato difensore Karl Pfeifer.

A fronte della rinuncia da parte della difesa a tutti i motivi di appello, la pubblica accusa ha fornito il consenso alla riduzione della pena detentiva di 3 anni, rispetto alla sentenza di primo grado. Per quanto riguarda la fase detentiva, la condanna passa pertanto da 26 a 23 anni, con conferma però di ulteriori tre anni di cure specializzate.

Lukas Oberhauser uccise Barbara Rauch ad Appiano il 9 marzo 2020 con 37 coltellate. Si era completamente invaghito della donna, che era sposata e da poco diventata mamma.

Secondo i giudici di primo grado, Lukas Oberhauser agì in una disperata ricerca di normalità sentimentale. È probabile, sempre secondo i giudici, che la vittima abbia pagato con la vita l’empatia dimostrata nei confronti di Lukas Oberhauser, rivelatasi purtroppo fatale proprio perché compresa e vissuta in modo malato dall’imputato, al punto da costringere la vittima a presentare denuncia per stalking (dopo aver ricevuto anche regali molto costosi che lei aveva rifiutato).

Nella sentenza la Corte d’assise rilevò che l’imputato aveva sviluppato una vera e propria fissazione per i regali, perché riteneva che solo così si sarebbe guadagnato l’amicizia e l’affetto della vittima, mantenendo quel filo ideale di comunicazione che si era inizialmente instaurato «e che egli coltivava in modo ossessivo». Ma in molte occasioni l’imputato - scrissero ancora i giudici - lasciava trasparire «un’indole aggressiva, perversa e volubile» con un profondo senso di frustrazione. Ora, come detto, la difesa ha rinunciato ai motivi d’appello, soddisfatta di aver avuto il via libera dalla Procura generale ad una riduzione della condanna di tre anni. Questo significa che, sotto il profilo processuale, il caso si chiuderà domani. Nel frattempo però gli avvocati Flavio Moccia ed Angelo Polo (della parte civile) hanno annunciato l’avvio della causa legale a titolo risarcitorio in sede civile (anche se, ovviamente, il dolore provocato da una simile tragedia non può essere quantificato ed è incommensurabile). La famiglia dell’imputato aveva già risarcito 600 mila euro nel corso del processo penale. Ma si trattava di un anticipo. Il conto finale della parte civile è di 1 milione e 100 mila euro. MA.BE.













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