Ospedale, Fabi: ispezione a Medicina

Il direttore Asl: parlerò con il personale, mancanze organizzative


Valeria Frangipane


BOLZANO. Nei prossimi giorni il direttore generale dell'Asl unica, Andreas Fabi, andrà a parlare con i medici del reparto di Medicina dell'ospedale. «So che lavorano tanto ma evidentemente sono mal organizzati: non è possibile che a più di tre anni dall'accorpamento delle due Medicine l'unificazione non sia ancora compiuta».

Era il 2008 quando Medicina 1 sparì (subito dopo la pensione del primario Mario Marchesi) per essere assorbita da Medicina 2 (in capo a Christian Wiedermann). Un nuovo maxi-reparto (96 letti in totale) mai veramente a regime, che resta di difficile gestione anche per forti tensioni interne. Nel 2010 tutta la Divisione e lo stesso primario avevano chiesto - in un documento di cinque pagine fitte fitte inviato ai vertici dell'Asl unica, al Comprensorio di Bolzano ed ai sindacati Anpo, Anaao, Bsk - risposte immediate ad un problema antico che non è stato ancora risolto.

L'ultima protesta, avanzata da alcuni medici esasperati, è di una manciata di giorni fa: «Qui scoppiamo, non è possibile che tutti i pazienti del Pronto soccorso finiscano da noi. Se vogliamo continuare a garantire qualità dobbiamo ridistribuire il lavoro su altri reparti che non possono offrire solo letti ma anche assistenza medico-infermieristica». Dottor Fabi, possibile che l'unificazione non sia ancora compiuta? «Purtroppo è possibile. Le due Medicine - una italiana e una tedesca - nate trent'anni fa per bilanciare equilibri etnici delicati adesso non hanno più senso. La scelta andava fatta».

Perché il reparto non funziona? «Perché non è mai stata fatta una riorganizzazione del lavoro, da quel che mi risulta restano ancora dei doppioni. E poi c'è il filtro del Pronto soccorso che in certi periodi di superlavoro s'inceppa, c'è la popolazione che invecchia sempre di più con gli anziani che premono e finiscono per caricare sempre e solo la Medicina ecc.». Perché la riorganizzazione non è stata ancora messa a punto? «Forse perché il reparto che lavora tantissimo non ha avuto tempo di reimpostarsi ma adesso dobbiamo intervenire, questa non può essere una scusa. Dobbiamo starci dietro. Lo farò anch'io».

Perché l'accorpamento delle Chirurgie non ha dato gli stessi problemi? «Credo perché per sua natura il lavoro di Chirurgia è più programmabile». A Medicina può esserci anche stata una sottovalutazione del problema? «Sì, c'è stata». Secondo lei vanno assunti altri medici, oggi sono in tutto una trentina... «No, l'organico va anche bene ma va ribilanciato, magari vanno ritarati i turni. È chiaro che gli interventi futuri potranno anche scontentare qualcuno».

Lei annuncia ai medici che andrà in reparto a parlare con loro... «È vero. Il San Maurizio è nel mio cuore. Ci ho lavorato per tredici anni come capo del personale e come vicedirettore amministrativo, ho un ottimo rapporto con molti di loro e voglio sentire cosa mi dicono. Del resto credo che con me si possa parlare chiaro. Voglio ricordare che il problema è ben presente sia ai vertici dell'Asl che a quelli del Comprensorio di Bolzano che in queste settimane stanno cercando di elaborare un piano che dia i frutti sperati. Certo non possiamo pensare di risolvere la questione in una settimana ma sappiamo con certezza che il lavoro deve essere totalmente riorganizzato e ricalibrato».

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