Palermo: compromesso tra storia e politica

Il presidente della commissione: «Altrimenti dovremmo lasciare tutto nelle mani della Consulta»



BOLZANO. Per Urzì la commissione dei Sei si prepara a licenziare una proposta sui toponimi che sarebbe "un Tolomei al quadrato di segno opposto", lei che dice senatore? "Che dal suo punto di vista non lo contesto. Dico solo che quello che esamineremo è un compromesso. Tra politica, linguistica, storia e anche convivenza. Altrimenti lasciamo tutto alla Corte e lasciamo che il conflitto si perpetui. Auguri". Francesco Palermo della commissione incriminata è il presidente. Dunque, chi meglio di lui.

Che significa compromesso? Sfidare il bilinguismo richiesto dallo Statuto?

"Togliersi di mezzo un bubbone per prima cosa. E' come nei rapporti interpersonali. Se un tuo vicino ritiene una questione un problema, o fai finta di niente o lo ascolti e trovi una via per convivere".

Ma lo Statuto...

"C'è a questo proposito una questione interpretativa. Del tipo: bilinguismo o binomismo? Deve avere una traduzione tutto tutto? Oppure sulla micro, sul rio, la malga possiamo muoverci?"

Ma Urzì dice che rischiano di sparire il 57% dei nomi italiani, è vero?

"In parte solo quelli dei luoghi geografici. Altri potrebbero avere la traduzione solo Alm-alpe e simili. Ma, nello stesso tempo, la Svp accetta quasi il 70% del prontuario di Tolomei. Nessuno ci pensa. Che tra i tedeschi ci sono forti resistenze a ufficializzare in italiano tutte le località abitate o quasi. E qui invece ce l facciamo.".

Sempre Urzì dice: c'è poca trasparenza, non c'è dibattito...

"Al tempo. La commissione esaminerà le linee guida ma è solo l'inizio. Poi ci sarà il passaggio in consiglio per, eventualmente, votare la norma. Ha presente il consiglio?"

Sì...

"E quindi ci sarà Urzì, i Freiheitlichen, gli Svp critici, gli altri italiani. Hai voglia del dibattito. Temo invece che arriveremo all'incontro di lotta greco romana o quasi. Voleranno gli stracci. Tutti diranno tutto il possibile".

L'alternativa?

"Lasciare ogni cosa ferma al testo del 2012, quello sotto esame della Corte Costituzionale. E aspettarsi che i giudici dicano che, in assenza di testi di attuazione, vale lo Statuto alla lettera. E dunque che tutto resta com'è. E altri vent'anni di dibattiti, scontri e accuse. Con l'Alpenverein che fa cartelli, la Provincia che annaspa e tutto il resto. La commissione dei Sei esamina, poi è la politica ha fare ogni altra cosa”. (p.ca.)













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