Pasquetta, in coda alla casse Chiesa e sindacati all’attacco 

La polemica. L’Alleanza per la Domenica libera dal lavoro: «Non è possibile che le grandi catene aprano sempre anche sotto le festività religiose, 25 aprile e Primo maggio. La liberalizzazione ha fatto il disastro». Ma ieri negozi pieni 


Valeria Frangipane


Bolzano. L’Alleanza per la domenica (ed i festivi) libera dal lavoro non ci sta: «La gente durante la settimana ha sei giorni di tempo per fare shopping e la spesa, non è possibile che si metta in coda alle casse del supermercato quando è festa. E ieri, purtroppo, è stato ancora una volta così e sarà così anche 25 aprile ed il primo maggio. La verità? Non troviamo tempo per le relazioni famigliari ed i contatti sociali, e non c’è più tempo per la spiritualità».

Ognuno deve fare la sua parte.

Una questione - quella del "tutto aperto sempre" - che non piace per nulla all'"Alleanza" a cui aderiscono oltre alla Diocesi, “Katholisches Forum”, Consulta delle aggregazioni laicali, Comunità evangelica, Comunità rumeno-ortodossa, sindacati Cgil, Cisl, Uil, Asgb e Unione commercio: «Ognuno di noi deve fare la sua parte per far sì che i dipendenti possano passare il tempo libero con le famiglie».

Supermercati pieni.

Ma ieri - nonostante i ripetuti appelli - turisti e molti dei bolzanini rimasti in città hanno festeggiato Pasquetta facendo shopping per le vie del centro visti i molti negozi rimasti aperti. Molto affollato l’Eurospar di via Museo. Per le grandi catene (ma non tutte) si è trattato di una giornata come le altre mentre la quasi totalità dei commercianti locali ha scelto di "santificare la festa”. E si è vista molta gente anche al Twenty di via Galilei - anche in questo caso gente alle casse Eurospar - ed al Centrum di via Galvani con code al Poli.

L’appello alla Provincia.

L’”Alleanza” non ha dubbi: «Guardate dove ci ha portato la liberalizzazione! Solo una corretta regolamentazione degli orari dei negozi potrà riequilibrare un piano fortemente inclinato ma occorre che la Provincia si riappropri delle competenze ed è per questo che lanciamo un nuovo appello a tutti i rappresentanti politici che l’Alto Adige ha a Roma affinché si impegnino in questa direzione».

Legge statale ferma al palo.

Il presidente Arno Kompatscher ha detto sempre un sì netto alla legge statale annunciata dal vice premier Luigi Di Maio per la chiusura domenicale e festiva dei negozi, con un 25% aperto a turnazione. Peccato che il progetto a cui ha lavorato la maggioranza giallo-verde e che nelle parole del vice premier doveva essere approvato entro il 2018 alla vigilia dell’estate ancora non si veda. Non è una sorpresa invece ricordare che la Provincia da anni prova ad ottenere dallo Stato i poteri di decisione sugli orari. «Siamo sempre stati contrari alle liberalizzazioni di Monti», ha più volte ricordato Kompatscher, «si tratta di uno spostamento degli acquisti, che provoca danni al piccolo commercio. Non pensiamo a un divieto assoluto alle aperture domenicali: saranno sempre necessarie alcune deroghe, in particolare per le località turistiche». Kompatscher rilancia: «Nella scorsa legislatura abbiamo ottenuto l’approvazione della norma di attuazione che ci consente di vietare il commercio al dettaglio nelle zone produttive. È stata invece stralciata la norma che ci avrebbe consentito di intervenire sugli orari. Chiediamo al governo di approvare quella norma di attuazione: l’Alto Adige potrebbe diventare progetto pilota».













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