Pd, Bonvicini vuole scalzare Repetto 

Sfida per il secondo posto nella lista delle provinciali. Tregua nazionale, Huber e Costa: «Basta con le prove di forza»


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Il Pd di Bolzano resta schierato con Renzi nella sua maggioranza, risponde all’appello di Maria Elena Boschi di compattarsi attorno all’ex segretario, ma con mal di pancia dichiarati contro «questo metodo» o «le rigidità che tutti stanno dimostrando». La prima citazione è del segretario Alessandro Huber, la seconda di Carlo Costa. Entrambi hanno firmato il documento di parlamentari ed esponenti della direzione nazionale (primo firmatario Lorenzo Guerini), che certifica la linea di Renzi e che ha agitato la vigilia della direzione. Smarcatissimo Gianclaudio Bressa. Tra i bolzanini c’era solo Carlo Costa ieri a Roma alla direzione. Bressa «uditore». Ma in Alto Adige il Pd è alle prese anche con le scelte sulle candidature per le provinciali. Lunedì nuova assemblea. Rischio di braccio di ferro tra Repetto e Bonvicini per il secondo posto in lista.

ROMA CERCA UNA MEDIAZIONE. La direzione nazionale ha salvato ieri il Pd dal rischio di una nuova scissione. La maggioranza renziana, con ruolo in primo piano di Maria Elena Boschi, aveva serrato le fila mercoledì con il documento che dice, tra l’altro, «non voteremo la fiducia a un governo guidato da Salvini e Di Maio». Huber ha firmato, «condivido in pieno questa linea», ma aggiunge «dobbiamo anche salvare il partito, non si può ogni volta andare allo scontro fisico. La leadership è vera quando viene riconosciuta. Non condivido questo metodo delle prove di forza».

Costa al telefono con Maria Elena Boschi è stato ancora più esplicito: sì alla firma, «ma ribadisco la mia idea: se necessario, si può arrivare a un nostro sostegno esterno a un governo M5S». Gianclaudio Bressa è vicino al ministro Franceschini, quello che ha sfidato Renzi definendolo «Signornò». Il senatore-sottosegretario se ne sta al riparo nel Gruppo per le autonomie. Non ha firmato il documento: «Nessuno me l’ha chiesto e non lo avrei firmato». Poi la frecciata di Bressa: «Un documento in cui si dice “non contiamoci” si basa prprio sulla conta tra chi firma e chi no...». Alla fine ieri voto unanime al documento del segretario reggente Martina e tregua attorno al no a Lega e M5S. «Il tema delle alleanze con un quadro tripolare resta», commenta Costa.

VERSO LE PROVINCIALI. Primarie per tutti o no, primarie provinciali o di comprensorio? Il Pd ha perso la minoranza bizziana, ma al dunque le candidature restano una bella matassa. Lunedì Huber ripresenterà la sua proposta: testa di lista di sei candidati, con Tommasini capolista e gli altri scelti con primarie di comprensorio. Matteo Bonvicini (ma non solo) contesta lo schema: «Per il terzo mandato Tommasini dovrebbe sottoporsi alle primarie, per non dare l’idea di una rendita di posizione. E sì alle primarie, ma non di comprensorio». Alle primarie uniche Bonvicini farebbe squadra con Diego Zanella, l’assessore di Merano che aveva lanciato invano la propria candidatura alle politiche. «Siamo imprenditori, parliamo la stessa lingua», così Bonvicini. Il suo obiettivo è il secondo posto in lista, destinato a un bolzanino/a. Quel posto veniva considerato prenotato da Sandro Repetto, forte nei quartieri. La situazione non piace per nulla a Repetto, che già aveva sfidato Caramaschi alle primarie per le comunali, arrivando secondo. Di nuovo primarie, con il rischio che la maggioranza del partito non corra insieme a te... Repetto dunque ancora non scioglie la riserva: «Non ho deciso se candidarmi. Prima delle preferenze bisogna pensare al voto di lista, Cioè avere un buon programma da presentare».

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