Pederù, la strada resta aperta

Il sindaco: «Troppe pressioni da rifugisti e albergatori»


Aldo De Pellegrin


 SAN VIGILIO. Il progetto di riqualificazione di Pederù era valido, approvato e collaudato da analoghe esperienze come Prato Piazza. Ma è stato abortito in uno dei suoi elementi più qualificanti.  Ovvero, la chiusura estiva della strada per 5 ore al dì, per via delle pressioni dei rifugi. Da anni, a San Vigilio di Marebbe sembravano tutti concordi sulla necessità di trovare una regolamentazione per i 13 chilometri di strada comunale della val di Rudo, la porta del parco naturale di Fanes e Sennes, e per il parcheggio semiselvaggio che ancora nel 2009 affliggeva la spianata di Pederù.  Il 2010 ha visto l'introduzione di un bus navetta regolare che, pur con un servizio perfettibile, ha incontrato il favore di turisti e residenti e così.  Il 2011 è partito con la sistemazione e soprattutto la razionalizzazione del parcheggio a Pederù, ridotto nelle dimensioni se non nella capienza e con una nuova regolamentazione sull'uso della strada di accesso, che da luglio ad agosto avrebbe dovuto restare chiusa al traffico dalle 11 alle 16 col pagamento di un pedaggio di 7 euro per i non residenti nelle altre ore diurne.  Il rifugio Pederù e gli altri rifugi del parco naturale sarebbero stati comunque sempre raggiungibili, serviti con cadenza oraria (dal 24 luglio intensificata nelle ore di punta) da un servizio di bus navetta dal costo di 7,5 euro andata e ritorno ma gratuito per i possessori di sommercard San Vigilio che costa 4 euro per 2 settimane (7 euro la family card) e comunque scontato di circa il 30 per cento per i pagamenti con la carta valore.  La nuova regolamentazione è però miseramente saltata per la parte che riguarda la chiusura della strada, ad appena 4 o 5 giorni dalla sua entrata in vigore.  Il sindaco Albert Palfrader: «Sono tuttora convinto della bontà del nostro progetto, ma nei giorni di chiusura ci sono state tante e tali pressioni da parte di alcuni gestori dei rifugi e di alcuni albergatori che la Giunta, in accordo con l'Associazione turistica, ha deciso di soprassedere alla chiusura della strada dalle 11 alle 17. Tutto il resto resta in vigore ed è già un primo passo».  Per questa decisione il consigliere ed ex candidato sindaco Nicol Alberti ha rassegnato le dimissioni: «Diciamo che Pederù è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Essere additato come unico responsabile di una scelta ambientale coraggiosa che invece, sulla carta, è stata condivisa dalla maggioranza, mi ha dato la misura dell'apertura della nostra gente verso scelte di turismo sostenibile». Martin Resch, direttore dell'Apt, vede il bicchiere mezzo pieno: «E' una sconfitta che però ci ha fatto fare dei passi avanti. Il controllo ora avviene a Ciamaor, il parcheggio a Pederù è razionalizzato e il bus navetta viene utilizzato alla grande: in 9 giorni di giugno, oltre 1700 passeggeri.»  

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