Pensioni, alle donne 500 euro in meno

Nel privato in media 603 euro al mese contro i 1.118 degli uomini. Nel pubblico importi più alti ma differenze di 800 euro


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Seicentotre euro lordi al mese: questa è la pensione media di una ex lavoratrice dipendente del settore privato. A stabilirlo è uno studio dell’Ipl, che ha analizzato i dati forniti dall’Inps e dall’ex Inpdap in Alto Adige. A colpire è soprattutto il confronto - davvero impietoso - con la pensione media degli uomini che hanno trascorso la loro vita lavorativa in aziende private e percepiscono mediamente 1.118 euro (sempre lordi). La differenza è di 515 euro.

La situazione è decisamente meno drammatica per coloro che hanno lavorato nel settore pubblico, anche se il «gap» tra uomini e donne cresce ulteriormente. «Le pensionate del pubblico impiego - spiega Silvia Vogliotti, vicedirettrice dell’Ipl che ha effettuato lo studio - arrivano a 1.530 euro lordi al mese, mentre gli ex lavoratori pubblici maschi raggiungono i 2.415 euro lordi».

Restando al settore privato, sempre in base ai dati forniti dall’Inps, è possibile fare un confronto su scala più ampia, riferito agli emolumenti corrisposti nel 2014. Per la pensione di vecchiaia ai 1.213 euro corrisposti agli uomini fanno da contraltare i 649 euro lordi percepiti dalle donne. Nel caso della pensione di invalidità si arriva a 786 euro lordi per gli uomini e a 505 euro alle donne, mentre per la pensione sociale lo scarto è davvero minimo (459 euro per gli uomini e 426 euro per le donne).

Il commento di Silvia Vogliotti, ricercatrice e vicedirettrice dell’Istituto promozione lavoratori, è chiaro e netto. «Questi importi medi già oggi ci raccontano di come carriere professionali e vite lavorative portino uomini e donne ad avere pensioni di ammontare assai diverso».

Il tema della disparità di genere nelle pensioni è stato anche recentemente al centro di un intervento del presidente dell’Inps Tito Boeri alla Camera.

«Molte delle attuali pensionate - sottolinea Silvia Vogliotti - ricevono pensioni di reversibilità (legate alla vita lavorativa non propria ma del marito ndr), che in media sono di 547 euro. Le pensioni di vecchiaia, legate invece ad una pregressa vita lavorativa, ammontano mediamente a 649 euro per le donne e a 1.213 euro per gli uomini».

Altri dati sull’argomento verranno presentati in occasione dell’«Equal pension day», in programma a fine ottobre. «L’obiettivo della giornata - conclude la vicedirettrice dell’Ipl - è rendere consapevoli le donne (ma anche gli uomini ndr) che le loro attuali scelte lavorative avranno forti ripercussioni sulle loro future pensioni».

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