Per i senzatetto un pasto caldo e una coperta 

Il pranzo di Natale. L’iniziativa delle San Vincenzo di lingua italiana e tedesca alla Kolping: vi hanno partecipato 140 persone che hanno ricevuto in dono una coperta. A servire in tavola anche il vescovo Muser



Bolzano. Clochard e migranti che arrivano da ogni parte del mondo; e poi famiglie come quella di Habdulla, un bimbetto paffuto nato due mesi fa dall’amore sbocciato in strada tra Adriana, 20 anni altoatesina che si è convertita all’Islam, e Rizwan, 25 anni, pachistano. Ieri a mezzogiorno erano 140 gli ospiti che hanno partecipato al tradizionale pranzo di Natale, organizzato dalle San Vincenzo di lingua italiana e tedesca, nella mensa della sala Kolping. I volontari hanno preparato lasagne, tacchino con riso, verdure e dolci. In regalo per tutti, una bella coperta calda. E soprattutto tanto calore umano, quello che manca quando vivi in strada.

A servire dietro il banco l’assessora provinciale Waltraud Deeg; a portare in tavola i piatti l’ex assessora Martha Stocker, il vescovo Ivo Muser, il cappellano del carcere don Giorgio Gallina assieme ai volontari di entrambe le associazioni. «Quelli - dice il vescovo Muser - che svolgono il lavoro più importante, perché ci sono 365 giorni all’anno».

In prima linea, ormai da anni, per aiutare l’esercito di disperati, presente in una città ricca come Bolzano, Roberto Santimaria, presidente della San Vincenzo italiana, e Paul Tschigg, anima della San Vincenzo tedesca.

I volontari delle due associazioni, quattro giorni in settimana (gli altri tre sono “coperti” da Volontarius, ndr), sono impegnati alla mensa di piazza Verdi: distribuiscono un pasto caldo a chi non ha niente. La San Vincenzo tedesca poi gestisce il negozio solidale di via Andreas Hofer, mentre i volontari dell’associazione di lingua italiani distribuiscono i pacchi di alimentari alle parrocchie di Regina Pacis, San Pio X e Don Bosco. E non basta, perché purtroppo le famiglie in difficoltà continuano ad aumentare.

«Per questo - spiega Santimaria - portiamo a chi più ha bisogno ciò che i “Cacciatori di briciole” raccolgono nei bar e nei supermercati. All’inizio erano due sere alla settimana; adesso tutte le sere». Per il nuovo anno, il presidente ha grandi progetti: «Vogliamo aprire anche noi un negozio solidale. Abbiamo individuato un locale a Don Bosco, di proprietà dell’Ipes. L’idea è di gestirlo assieme alla Caritas. Così si eviterebbe la distribuzione viveri nelle parrocchie». A.M.













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