la sentenza

Per la maxi truffa sul fotovoltaico pignorati beni per 39 milioni di euro 

Condannate 41 società e 8 persone a vario titolo per incentivi riscossi in maniera fraudolenta. L’indagine della Guardia di Finanza di Bolzano aveva portato al sequestro conservativo di immobili e denaro, adesso divenuto definitivo



BOLZANO. L’accertamento era scattato nel 2016, quando a Bolzano era arrivata una richiesta di rimborso dell’Iva da 40 società, tutte con nomi simili e con sede a Matera, domiciliate presso uno studio di commercialista nel capoluogo altoatesino. Dall’indagine, condotta dai militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Bolzano, era emerso che, in realtà, le società erano riconducibili a un unico soggetto economico, la “Qcii Basilicata”, con azionisti italiani e tedeschi e controllato da una società di diritto lussemburghese.

Gli incentivi

Le Fiamme Gialle hanno scoperto che la società aveva acquistato nel 2008 nove parchi fotovoltaici in provincia di Matera, dei quali sei con potenza superiore a un megawatt e tre oltre i 100 kilowatt, per una superficie totale di 290 mila metri quadrati, pari a una quarantina di campi di calcio. Questi nove parchi erano stati “spezzettati” in 246 impianti di potenza inferiore ai 50 Kw e affittati alle 40 società partecipate - tutte con la stessa denominazione, con medesimo indirizzo, prive di uffici, organizzazione imprenditoriale e dipendenti – con sede dapprima in uno studio di Padova e poi a Bolzano. Attraverso false dichiarazioni inviate al Gestore dei servizi elettrici, la Srl aveva potuto così incassare gli incentivi «I Conto Energia» e «ritiro dedicato» destinati ai piccoli impianti fotovoltaici per un importo complessivo segnalato alle due Procure Erariali di 65 milioni di euro. Denaro che poi rientrava alla capogruppo, mascherato da canone d’affitto. Erano così stati aperti il fascicolo penale presso la Procura di Matera, con una sessantina di indagati per truffa, e parallelamente i procedimenti per danno erariale a Venezia e Bolzano, che hanno coinvolto otto persone, di nazionalità italiana e tedesca, tra amministratori e titolari formali delle società. All’esito delle attività di polizia erariale, la Guardia di Finanza aveva segnalato un danno erariale pari all’importo complessivo dei contributi illecitamente percepiti a carico della società capogruppo, delle 40 società e di 8 persone fisiche italiane e tedesche, di cui circa 45 milioni di euro di competenza territoriale della Procura contabile di Venezia e i restanti 20 milioni di quella di Bolzano.

Il sequestro conservativo

A garanzia dell’Erario, era stato proposto ed ottenuto, poi eseguito dalla Guardia di Finanza, il sequestro conservativo emesso dal Presidente della Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti di Venezia, che aveva interessato beni immobili - costituiti dai 246 impianti fotovoltaici nella provincia di Matera nonché da abitazioni situate in Germania – , diritti di superficie e liquidità su conti correnti per circa 40 milioni di euro.

La sentenza

Martedì scorso, i giudici contabili della Corte dei conti di Venezia, con sentenza n. 14, hanno condannato complessivamente 41 persone giuridiche e 8 persone fisiche, a vario titolo, per un danno erariale complessivo pari a euro 38.903.931,31, disponendo la conversione a pignoramento definitivo di beni immobili e disponibilità finanziarie di pari importo già oggetto del sequestro conservativo. Ulteriori 7,8 milioni di euro sono stati cautelati - come sequestro conservativo in corso di causa - come crediti IVA nel frattempo maturati a favore delle società del Gruppo. L’istruttoria erariale cui la sentenza si riferisce riguarda il filone veneziano dell’inchiesta.

 













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