La guerra

Pericolo nucleare, pronto un ordine Asl di pastiglie di iodio

Anche l'azienda altoatesina sta valutando la risposta ad una ipotetica emergenza



BOLZANO. Le notizie che arrivano dall’Ucraina, con il pericolo di emissioni radioattive dalle centrali atomiche e i paventati rischi di una guerra nucleare, hanno allarmato tutta Europa e tutta Italia. Ed anche l’Asl in queste ore sta valutando la risposta ad una ipotetica emergenza.

Giovedì il presidente della Provincia Arno Kompatscher ha preso parte alla conferenza Stato-Regioni per la ridefinizione del piano nazionale per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari.

L’Azienda sanitaria dell’Alto Adige fa sapere che sta per far partire un ordine di diverse migliaia di compresse (validità 5 anni) che in questo momento non sono facilmente reperibili. Ed in provincia di Bolzano - come altrove - si sta verificando anche la scorta di iodio da utilizzare in caso di emergenza visto che il composto, per essere efficace contro il cesio 137 va distribuito entro le due ore e mezza dall'esposizione. E parliamo di pastiglie di ioduro di potassio (KI), utilizzate come farmaco contro l'ipertiroidismo e come fattore di protezione in caso di emissioni di radiazioni.

La pandemia causata dal Covid, purtroppo, non è ancora finita. La vaccinazione rimane quindi di fondamentale importanza. Il tasso di vaccinazione della popolazione vaccinabile che vive in Alto Adige, vale a dire dai cinque anni in su, è in continuo aumento. Secondo quanto rilevato il 10 marzo 2022, la copertura vaccinale è ora pari al 78,43%. Negli ultimi sette giorni sono state somministrate in totale 3.351 dosi di vaccino a persone residenti in Alto Adige. La maggior parte delle dosi di vaccino somministrate erano dosi di richiamo (2.340), seguite da seconde (811) e prime dosi (200). L'assessore alla salute Thomas Widmann dice che il virus continua a circolare e infetterà ancora molte persone. «Ciò conferma quanto sia importante farsi vaccinare, per proteggere noi stessi dai decorsi gravi e dalle conseguenze a lungo termine, ma anche per proteggere le persone immunodepresse oppure i bimbi al di sotto dei 5 anni, che attualmente non possono essere vaccinati». "

 













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