Polo bibliotecario tagliati i fondi A rischio un piano

Lo stanziamento in picchiata da 60 a 43 milioni di euro Il 27 giugno scade la gara: incertezza tra molte imprese


di Paolo Campostrini


BOLZANO. Sono gli ultimi giorni delle ex Pascoli - Longon così come sono. Ma le nuove, intese come Polo bibliotecario, stanno vivendo ore inquiete. Perchè la scelta che devono affrontare è questa: o si taglia un piano o lo si lascia, ma tagliando comunque i costi. E la notizia è che ci sono due settimane di tempo (scadenza il 27 giugno) perchè le imprese che sembrano disposte a prendersi in carico il cantiere, accettino di farlo con le cifre che la Provincia ha stabilito. Che sono, altra notizia che inquieta, ben al di sotto dei 90 milioni (all'inizio, nei tempi felici ante “spending review”), dei 70, qualche anno dopo, e dei 60 (l'altro ieri): in totale, oggi, 43 milioni, arredi esclusi. Tanto che c'è il rischio concreto che i concorrenti si diradino. E che si arrivi al 27 nelle condizioni di compiere delle scelte obbligate. É questo l'imbuto in cui dovranno infilarsi le imprese che hanno accettato la sfida dell'"appalto integrato", la nuova formula adottata per garantire all'ente pubblico “il non sforamento” dei parametri di spesa ed un maggior controllo nelle procedure di cantiere. Nei giorni scorsi, le vecchie Pascoli sembravano aver aderito alla "giornata dei musei aperti": architetti, immobiliaristi, delegati d'impresa, geometri e ingegneri tutti ad aggirarsi per aule e corridoi tentando di capire, dallo stato di un muro o dalle condizioni del terreno e dei cortili cosa poteva significare mettersi a riprogettare il Polo secondo i nuovi parametri indotti dalla stretta finanziaria.

"Il rischio - spiegano - è di abbassare il livello qualitativo dell'operazione. Perchè non è detto che contenendo i costi e tagliando in alcuni settori di spesa nel cantiere e nel progetto, poi tutto questo si traduca automaticamente in un risparmio effettivo". Alcune imprese hanno già comunicato il loro ritiro. Altre, invece, si stanno impegnando in profondità.

Quando si gioca sui centesimi la concorrenza è forte e lo è soprattutto tra i gruppi nazionali, tanto che non è certo sarà un'impresa altoatesina ad aggiudicarsi l'opera.

Il nodo è la formula dell'appalto integrato. Che offre un quadro di riferimento ineludibile all'ente pubblico ma che costringe, per evitare opacità, chiunque voglia concorrere all'assegnazione dei lavori a mettere insieme impresa e professionisti.

Perchè il 27 giugno si dovranno garantire le forze economiche e tecnologiche per affrontare il cantiere esecutivo ma anche illustrare un progetto definitivo. Cifra media che un concorrente ha dovuto affrontare per possedere tutti questi requisiti: 300mila euro. Tra gli architetti che si stanno impegnando a fondo c'è Matteo Scagnol. Studio a Bressanone e lavori ovunque. E tra le imprese certe della partecipazione il gruppo composto da Plattnerbau e Carronbau. É naturalmente molto riservato, Scagnol. Ha concluso il progetto "integrato" rispetto a quello iniziale di Mayr Fingerle.

Che mostra tuttavia di apprezzare: "Ha una grande capacità di sfondamento. Cioè permette di aprire prospettive e collegamenti tra i vari settori". Non scende nei particolari tecnici ma difende la scelta, strategica, del Polo: "Ho letto tante cose in questi mesi - dice- come la polemica sul fatto che le tre biblioteche che dovranno lì riunirsi, quella italiana e tedesca in particolare, stiano su piani separati. Separati sì, ma in una stessa casa. E questo è un grande progresso. Tra una generazione potremo magari accorgerci che le ex Pascoli hanno contribuito ad accelerare il cammino".

Ma, architetto, c'è chi accusa anche il vostro Ordine di difendere l'albergo modernista in Val d'Ultimo e non la scuola in Corso Libertà... "Ho sentito e mi permetto di dire che l'opera di Giò Ponti, in quel luogo, in montagna, in quegli anni, è un esempio unico mentre le Pascoli sono una testimonianza ma non un' icona architettonica, forte di una sua unità. E' in mezzo a tante altre strutture di quell'epoca... E la conservazione della facciata mostrerà anche in futuro i collegamenti urbani preesistenti, garantendo continuità".













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