Prostituzione, arrestato il protettore delle lucciole

Ismail Beiget, 30 anni, aveva picchiato due squillo in un locale bolzanino È stato indiviaduato dai carabinieri: deve scontare 4 anni e 2 mesi


di Alan Conti


BOLZANO. Il boss del racket della prostituzione bolzanina, Ian Victorian Boseika, prendeva le sue bambine e le consegnava a lui se si allontanava. Si fidava solo di lui. Ismail Beiget, detto “Il Turco” o “Solimano il Magnifico” era il braccio armato del clan che per molti mesi ha mosso le prostitute sullo scacchiere bolzanino come fossero pedine. Ieri è stato arrestato dai carabinieri a Novara nell’ambito dell'operazione Sabotage che, nel capoluogo altoatesino, ha coinvolto duecento uomini dell'Arma. Beiget, come detto, era il vertice in città dell'organizzazione: controllava le ragazze dai gradini della stazione e alzava le mani se riteneva che qualcosa non filasse negli interessi dell’organizzazione criminale. L'aspetto organizzativo del clan era gestito da Boseika dalla Romania, ma sulla strada gli ordini erano di Beiget. Un clan capace di conquistare tutta la piazza cittadina gestendo ogni notte cinquanta lucciole a cui veniva assegnato l'obiettivo di almeno dieci clienti. Il prezzo di ogni prestazione era di 50 euro. In totale 25 mila euro di incasso a nottata.

Beiget Il Turco si occupava, tra le altre cose, del trasporto delle prostitute da Torino a Bolzano e viceversa. Un «trucco» per riuscire ad offrire sempre un sostanziale ricambio dell'«offerta» sulle piazze. Non si faceva particolari problemi a picchiare le ragazze, tutte giovanissime tra i 18 e i 25 anni, tanto che nel novembre 2014 alzò le mani contro due di loro all'interno di un locale bolzanino. Classe '86 ha già incrociato il suo cammino con quello delle forze dell'ordine: fermato a Reggio Emilia, aveva poi patteggiato a Bologna. Peccato che avesse ancora 4 anni e 2 mesi da scontare in carcere e ciò ha consemtito di rintracciarlo e ammanettarlo per sfruttamento della prostituzione.

Quando Beiget veniva a Bolzano era ospitato da alcuni amici del clan oppure si serviva di diversi alberghi della città come l'Ariston di via Roma, l'Adria di Via Perathoner (molto vicino alla stazione) oppure il Capri di via Resia. Negli ultimi mesi si era anche fidanzato con una delle prostitute e vigilava su di lei piuttosto assiduamente. Il tutto sotto gli occhi attenti dei carabinieri di Bolzano che con teleobiettivi, microspie, intercettazioni e un dispositivo di sorveglianza di 25 uomini in borghese hanno tenuto sotto controllo i movimenti di tutto il clan da mesi. Ieri, con l’arresto del «Turco», si è chiuso definitivamente il cerchio.

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