L'INTERVISTA Franz Staffler imprenditore 

«Quando sarà finita non tutti ripartiranno» 

La crisi. Il titolare dell’hotel Laurin: «Viaggi d’affari e turismo fermi, solo 5 stanze occupate» Il vaccino: «Lo farò. Irresponsabile chi si tira fuori, noi paghiamo le conseguenze»


FRANCESCA GONZATO


bolzano. Si vaccinerà Franz Staffler? Appena possibile. Non solo. L’imprenditore troverebbe legittimo l’obbligo vaccinale per alcune categorie. Sanitari certamente, ma anche addetti al turismo e alla gastronomia. I suoi settori, «tra i più colpiti da questa pandemia che non finisce più, titolari e collaboratori stanno pagando un prezzo altissimo». Staffler è il titolare dell’Hotel Laurin, uno dei luoghi simbolo dell’accoglienza del capoluogo. Da dieci mesi la pandemia ha pressoché bloccato il turismo (una boccata di ossigeno in estate grazie al turismo interno) e i viaggi di lavoro. Oltre i numeri, le storie di imprenditori e lavoratori.

Quando arriverà il suo turno, si vaccinerà?

Nessun dubbio, sì. Trovo irresponsabile chi non si vaccinerà, a partire dal personale sanitario. Mi sembra un problema particolarmente serio in Alto Adige. Per alcune categorie dovrebbe essere obbligatorio, parlo anche del mio settore. Un hotel dovrebbe poter aprire in sicurezza, con il personale vaccinato, a tutela di clienti e colleghi. Purtroppo ogni no vax ha il proprio guru di riferimento. Noi paghiamo le conseguenze.

Se la situazione peggiorerà, nei prossimi giorni la Provincia potrebbe decretare un lockdown rigido di tre settimane.

La situazione è disastrosa per molti, piccoli negozi, aziende, hotel e gastronomia, ma per le ultime due categorie e per la cultura siamo al disastro nel disastro. Penso ai musei chiusi, lo trovo incomprensibile. Zona gialla, arancione o rossa... Non cambierà molto, fino a quando le persone non torneranno a muoversi normalmente, o quasi. La trovo una discussione stucchevole. Ho l’impressione che Roma non capisca, mentre apprezzo il tentativo del presidente Kompatscher di intervenire, fino a dove può spingersi. Non mi sembra che il numero dei morti cambi molto con i lockdown o con provvedimenti meno rigidi. Intanto l’economia va a picco.

Cosa significa la pandemia per il Laurin?

Abbiamo cinque stanze occupate. Può bastare come risposta? Bolzano è una città più di business che di turismo. La nostra clientela viene a Bolzano soprattutto per affari. Con le frontiere chiuse e una mobilità ridottissima tra le regioni, la richiesta è quasi inesistente. E lo stesso vale per l’affitto delle sale per convegni e formazione: il poco che si fa, viaggia sulle piattaforme. Teniamo aperto il ristorante e il bar, più che altro per garantire il servizio. Non salvi i conti con qualche caffè e qualche invito a pranzo. Tra giugno e agosto abbiamo respirato un po’, così il calo del fatturato è stato «solo» del 50%, altrimenti viaggiamo sul meno 95%. Intanto corrono le spese, non parlo solo di energia e acqua. Un palazzo storico come il Laurin, tutelato, ha costi di manutenzione altissimi. Sarà un anno di perdite a carico degli anni futuri.

Vi stanno arrivando i ristori dello Stato?

L’unico aiuto finora è la cassa integrazione per il personale. Circa 900 euro al mese, mentre in altri Paesi viene garantito il 70% dello stipendio.

Quanti collaboratori avete in cassa integrazione?

Al Laurin abbiamo circa cento collaboratori, di cui il 25% con contratti a termine. La maggior parte è in cassa integrazione a rotazione.

Cosa resterà, a fine pandemia? Sono pessimista. Si stanno consumando molti risparmi, si stanno contraendo debiti, con risorse sottratte agli investimenti futuri. Il Covid-19 proietterà un’ombra lunga. Chi non ce la farà, lascerà. Vale per tutti, anche qui in Alto Adige.

Quando prevede che il turismo possa ripartire?

Temo che servirà tempo, prima che le città tornino a riempirsi, con l’effetto a catena su negozi e ristoranti. Sarà avvantaggiata la montagna, soprattutto le strutture piccole. L’allarme viene lanciato da più parti: alberghi di pregio o catene rischiano di essere acquistate da gruppi esteri.

O dalla criminalità organizzata, con infinita liquidità a dispozione.

Anche. Nelle capitali turistiche ci sono già famosi grandi hotel in svendita. È un fenomeno enorme.

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