IL CASO

Quattordicenne viene adescato via whatsapp, pedofilo finisce a giudizio

I genitori del ragazzino si sono accorti in tempo di quanto stava accadendo. Offerti 50 euro per fare sesso



BOLZANO. Le “avances” sessuali di un altoatesino di 24 anni per alcuni mesi hanno fatto diventare un inferno (soprattutto a livello psicologico) l’adolescenza di un ragazzino di 14 anni, tempestato di offerte di denaro per accettare rapporti sessuali.

La storia è stata ricostruita in tribunale a Bolzano a tre anni dai fatti. Lo scolaro dell’epoca oggi è un ragazzo alle soglie della maggiore età, che nel corso di un incidente probatorio non ha avuto alcun tentennamento nel riconoscere e accusare l’uomo che intendeva approfittare di lui.

Ancora oggi non è possibile essere certi dell’assenza di conseguenze permanenti sulla personalità del ragazzino: a 14 anni si è trovato a vivere una situazione molto pesante che finì per influenzare negativamente anche la sua resa scolastica. Furono in primo luogo i genitori ad accorgersi che qualcosa non andava. Il figlioletto infatti aveva improvvisamente cambiato carattere, era diventato taciturno, insofferente, chiuso a riccio anche nei confronti di mamma e papà. A scuola non andava meglio, tutt’altro. Gli insegnanti si erano visti obbligati ad avvisare più volte i genitori che il ragazzino era cupo, spesso piangeva in classe senza un apparente motivo. Gli stessi insegnanti si erano poi accorti di alcune ferite da taglio che lo scolaro si era inferto con un coltello sull’avambraccio sinistro. Comprensibilmente preoccupati, i genitori decisero di rivolgersi ai servizi sociali e poi alla Procura presso il tribunale dei minorenni.

Le indagini, soprattutto nell’ambito delle comunicazioni telematiche dello scolaro, portarono ben presto a capire il dramma che il minorenne stava vivendo. Emerse infatti che il ragazzino aveva conosciuto un giovane di 24 anni con inclinazioni pedofile. Dapprima in facebook e poi con insistenti comunicazioni via Whatsapp, l’imputato iniziò infatti ad importunare il ragazzino di cui si era invaghito, chiedendogli più volte di accettare di avere con lui rapporti sessuali, arrivando ad offrire denaro con somme in crescendo. Dopo una prima proposta a 20 euro, il pedofilo era passato a 30, arrivando ad offrire 50 euro per ogni possibile incontro fisico a casa sua. Il tentativo di avere rapporti sessuali con lo scolaro naufragò: in primo luogo per la decisa opposizione della parte lesa e poi perché, dopo la prima fase delle indagini, l’uomo venne individuato grazie al computer e poi identificato con inevitabile denuncia a piede libero. A distanza di tre anni la vicenda è approdata davanti al tribunale. L’imputato oggi ha 27 anni. E’ sotto processo per tentato adescamento di minorenni.













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