Rainerum, contratto del buon cristiano

Gli studenti devono firmarlo per iscriversi all’istituto dei Salesiani, il preside: «Ragazzi gay? Per loro c’è lo specialista»


di Riccardo Valletti


BOLZANO. Un contratto in piena regola, che responsabilizza scuola, studenti e famiglie a fare il loro dovere per raggiungere l’obbiettivo di educare l’alunno a realizzarsi come “buon cristiano” e “buon cittadino”. È il documento formale che l’istituto Rainerum ha scelto di adottare dal prossimo anno scolastico e che ha suscitato non poche perplessità tra molti genitori e proteste tra i ragazzi. “Contratto formativo”: quattro pagine di linee generali, regole precise e premesse che non lasciano spazio ad interpretazioni più o meno personali.

«Abbiamo scelto questa via per ritornare alla radice dell’educazione salesiana», spiega il preside dell’istituto Don Dino Marcon.

Perché proprio un contratto con tanto di clausole e premesse?

Era necessario, per responsabilizzare studenti e famiglie, e ricordare loro che il progetto educativo salesiano ha un suo carisma e una sua tradizione, che si distingue dalle scuole statali ma anche dalle Marcelline, perché ha una sua identità.

Insomma, patti chiari e amicizia lunga?

Più o meno, chi viene da noi deve capire che come in tutte le cose, ci sono delle conseguenze alle proprie azioni, non è mica obbligatorio studiare dopo i 16 anni.

Quali sono le regole da rispettare?

Prima di tutto l’impegno delle parti deve essere equilibrato, noi non stiamo qui a fare da supplenti ai genitori, le famiglie alle spalle degli studenti devono fare la loro parte: un conto è dirlo ed un altro è metterlo per iscritto.

Fate chiaramente riferimeno all’educazione cristiana, altri credi non sono ammessi?

Tutt’altro, da noi sono iscritti anche musulmani, testimoni di Geova, ortodossi e appartenenti ad altre religioni. Questo non toglie che il contratto sia la nostra carta di identità, rivendichiamo la nostra natura di scuola cattolica.

In che si traduce questo per gli studenti di altra fede rispetto alla cattolica?

Che devono assistere in classe alle lezioni di religione cattolica, per esempio, e che devono accettare le nostre regole di comportamento secondo gli insegnamenti del Vangelo, che fa diventare più uomini, poi sono liberi di fare la loro professione di fede serenamente.

Devono assistere alle funzioni religiose?

Non sono obbligati a ricevere l’eucarestia.

Cosa succede se nel mezzo dell’adolescenza uno studente scopre di essere gay?

In questi casi si attiva un sistema di supporto e di aiuto

In che cosa consiste?

Si parla con il giovane e la sua famiglia, spesso si tratta soltanto di un fatto momentaneo di confusione. A volte si interpella uno specialista che aiuti il ragazzo a fare chiarezza sulla propria identità, a volte si tratta di personalità deboli che non nutrono stima di se stesse; per le sessualità disordinate e disorientate avviamo persorsi di orientamento.

Ma il ragazzo che dichiara di essere omosessuale non viene espulso.

No, assolutamente, nessuno viene espulso dall’istituto per una ragione come questa; a meno che non si dimostri ostinatamente contrario ad accettare le regole di comportamento ed etiche della scuola.

Le è mai capitata una situazione di questo genere?

Non in questo istituto, ma in passato si. In generale i ragazzi si confidano con noi, non si sentono giudicati. Ci parlano dei loro disagi, dello sballo, dell’alcol e delle sostanze durante il fine settimana, noi sappiamo ascoltarli.

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