Rosa Alpina, è in regola il maso chiuso a S.Cassiano

Il Tar ha dato ragione alla famiglia Pizzinini: non pregiudica la skyline della zona Assolto così anche il sindaco di Badia per gli atti amministrativi del passato


di Ezio Danieli


SAN CASSIANO. I giudici del Tar con sentenza hanno rigettato i due ricorsi presentati contro la srl Rosa Alpina e, indirettamente, contro il sindaco di Badia per la realizzazione di un maso chiuso. I ricorsi erano stati presentati da una confinante, la signora Crazzolara. La sentenza dei giudici del Tar è importante anche perché costituisce un precedente in materia di costruzioni nel settore del maso chiuso. Nella vicenda erano intervenuti anche gli ambientalisti altoatesini che avevano invitato la giunta provinciale a prendere posizione. Un parere dell’Avvocatura provinciale ha costretto la giunta altoatesina a prendere tempo in relazione all’annullamento di una concessione edilizia rilasciata dal Comune di Badia a favore di Paolo Pizzinini, Hugo Pizzinini e Rosa Alpina srl (hotel a San Cassiano) per la realizzazione di una nuova sede di maso chiuso (stalla, fienile e casa d’abitazione) a San Cassiano. "La decisione - aveva spiegato l’assessore Richard Theiner - è stata rinviata in quanto dobbiamo valutare questo nuovo parere, che fa seguito a quello avanzato da uno studio legale per conto dell’amministrazione municipale, secondo il quale l’operato del Comune di Badia risulterebbe lecito".

La vicenda era nata nel 2010, con la prima richiesta bocciata dagli uffici provinciali, mentre il 10 maggio 2016 l’amministrazione comunale aveva rilasciato la concessione edilizia contro la quale era stato presentato ricorso. Il ricorso veniva approvato dalla Commissione provinciale natura, paesaggio e sviluppo del territorio, il cui parere è obbligatorio ma non vincolante, quindi il Comune aveva presentato un parere legale che era stato considerato valido dall’Avvocatura provinciale. Ora, con la sentenza del Tar che ha di fatto assolto anche il sindaco di Badia oltre che ritenere infondati i due ricorsi presentati da Ylenia Crazzolara, la vicenda del maso chiuso di San Cassiano «ha assunto valore giuridico importante - dice l’avvocato Hartmann Reichhalter che ha sostenuto la tesi del titolari del Rosa Alpina - perché d’ora in avanti bisognerà considerare con attenzione la sentenza dei giudici del Tar. Ne dovrà tenere conto anche il legislatore provinciale».

La ricorrente contestava tra il resto che che la realizzazione della nuova sede masale, «sia durante la fase di costruzione, sia dopo la sua ultimazione, sarebbe in grado, di per sé, di apportare una significativa modifica in peggio della skyline e della fruibilità del panorama, con la possibilità di risentire delle esternalità negative». Ma i giudici del Tar non hanno accolto questa tesi.













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