Safety Park, un pozzo senza fondo

Da quando è stato aperto, nel maggio 2008, il Safety Park di Ischia Frizzi, a Vadena, ha sempre chiuso i bilanci economici in perdita


Bruno Canali


VADENA. Da quando è stato aperto, nel maggio 2008, il Safety Park di Ischia Frizzi, a Vadena, ha sempre chiuso i bilanci economici in perdita. L'obiettivo, ribadito dalla giunta provinciale in maggio, era il pareggio entro tre anni. Obiettivo che, a quanto pare, è stato fallito. Lo sottolinea il consigliere provinciale dei Verdi, Hans Heiss che, in un'interrogazione molto articolata al presidente della giunta, denuncia la situazione, spiegando che nell'anno 2009 il passivo è stato pari a 560 mila euro, mentre per il 2010 i conti in rosso raggiungono quota 401 mila euro.

Heiss fa un'analisi dettagliata anche delle fonti d'entrata del centro di guida sicura, arrivando a ribadire che le somme più significative arrivano sempre da finanziamenti pubblici, seguiti da quelli derivanti dalle attività ludiche, vedi i go kart, piuttosto che dai corsi per la guida sicura. «Le scuole - spiega Heiss - sono pressoché costrette a portare al Safety Park i ragazzi che fanno la patente per lo scooter e anche questi sono soldi pubblici a favore del Safety Park».

Lo scorso 23 maggio fu lo stesso presidente Luis Durnwalder a spiegare che l'obiettivo triennale - fissato al momento dell'inaugurazione del Safety Park nel 2008 - di chiudere il bilancio in pareggio era stato raggiunto, era stato raggiunto. «Nel 2010 - aveva spiegato Durnwalder - il centro guida sicura aveva chiuso con un deficit di circa 160 mila euro. Quest'anno invece i conti tornano». Di diverso avviso il rappresentante provinciale dei Verdi, che nella sua interrogazione sottolinea che in realtà il passivo per l'anno 2010 ammonterebbe a 401.030 euro.

E, a sostegno delle sue affermazione, il consigliere dei Verdi menziona anche da delibera con cui la giunta provinciale ha recentemente stanziato 530.000 euro a parziale copertura appunto dei passivi del 2009 e del 2010. Per questo chiede alla giunta provinciale chiarimenti se sia intenzione dell'esecutivo, porre un ultimatum a STA (che detiene il 100% delle quote del Safety Park) e direzione dell'impianto, per poi pensare anche di arrivare alla chiusura del Safety Park se entro il 2013 non incomincerà a produrre veramente profitto.

«L'impianto a Vadena è costato la bellezza di 16,8 milioni di euro - ricorda Hans Heiss nella sua interrogazione - cui si sono aggiunti altri 5 milioni di euro per la costruzione del ponte di collegamento sull'Adige. Da allora il Safety Park ha accumulato perdite croniche, anno dopo anno, sia con la gestione iniziale di Paul von Guggenberg e sia con quella attuale di Erica Furini». Nel primo triennio di attività poi, i problemi con il Safety Park si sono manifestati a più riprese anche sul fronte ambientale. In questo caso sono le attività sportive e legate al tempo libero quelle che hanno sollevato maggiori proteste.

Si lamentano in particolare coloro che abitano nei masi sparsi tra il Safety Park e la stazione ferroviaria di Laives, che denunciano rumori eccessivi in determinate occasioni dell'anno. Il sindaco di Vadena, Alessandro Beati, aveva protestato in occasione dell'arrivo dei prototipi che, non avendo potuto prendere parte alla rievocazione storica della gara automobilistica Appiano - Mendola, non hanno trovato di meglio che girare, rombando, sulle piste del Safety Park. Ma, stando alle cifre elencate da Hans Heiss, proprio da queste attività sportive e ricreative legate ai motori deriverebbero le entrate più significative per i bilanci del Safety Park.

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