Schuler: «Laimburg cambierà radicalmente»

Più soldi alla ricerca, novità per il personale e uscita dal mercato frutticolo L’assessore rompe col passato: «Durnwalder? Preferisco guardare avanti»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. L’assessore provinciale Arnold Schuler l’aveva promesso all’inizio del mandato e ora intende tenere fede agli impegni presi: «Metterò mano a Laimburg. Durnwalder? Preferisco guardare avanti e non indietro. Ognuno di noi ha sensibilità diverse, a seconda dei temi in ballo, ma la riorganizzazione è improcrastinabile».

Laimburg - l’ex gioiellino di Durnwalder - rischia davvero di essere smembrata?

«Non la vedo così. Agiremo d’intesa con il personale, con cui mi sono già confrontato. Cambierà, soprattutto, l’approccio alla frutticoltura».

Bisogna mettere in conto un ritiro dal mercato frutticolo?

«Sì, è possibile. Alla frutticoltura sono destinati attualmente 136 ettari».

Ma l’intenzione è quella di vendere i terreni provinciali?

«Vendere no, ma affittarne una parte sicuramente sì. È un’opportunità che stiamo seriamente valutando».

Laimburg ha circa 200 addetti e riunisce sotto lo stesso tetto Cantina, giardineria, Centro di ricerca, giardini di Trauttmansdorff, una pescicoltura, bosco e 21 poderi (750 ettari totali). È davvero necessario dividere tutto questo?

«Partiamo da buoni standard qualitativi ma dobbiamo fare meglio. Il budget annuale, per inciso, non può salire o scendere a seconda della resa delle mele o della vendemmia. E l’intezione della giunta è quella di investire di più nella ricerca».

Ma Trauttmansdorff, ad esempio, in quale ramo andrà a finire nel nuovo assetto?

«In quello della ricerca e sperimentazione. Non è, infatti, solo un giardino botanico con un importante ritorno turistico. E non è nemmeno un museo».

Quanti soldi versa la Provincia ogni anno a Laimburg?

«Per l’attività ordinaria la spesa è di circa 4,8 milioni di euro, ma il budget complessivo si attesta attorno a quota 10. Una fetta degli introiti è costituita anche dai fondi europei per singoli progetti».

Investire più risorse nella ricerca significa coinvolgere anche l’università?

«Sì, abbiamo già una buona collaborazione, ma vogliamo fare un ulteriore salto di qualità. A scapito, anche, della nostra presenza sul mercato delle mele, ad esempio».

Ci saranno novità importanti anche a livello dirigenziale?

«Sì, parte dei lavoratori potrebbero dover cambiare mansione. Ma non vogliamo cambiare tutto in fretta».

Quando sarà definito il nuovo assetto?

«Presenterò il progetto entro primavera e sarà operativo dal gennaio 2016».

Per buona pace anche dell’ex governatore Durnwalder, che secondo i soliti bene informati non l’ha presa bene.

Ad impressionare, parlando di Laimburg, sono soprattutto le cifre. Le entrate complessive, tra podere provinciale e Centro sperimentale, si aggirano sui 10 milioni di euro, di cui 4,8 corrisposti dalla Provincia per l’attività ordinaria. Le entrate dalla vendita di erbe aromatiche e officinali - un segmento in crescita - sono di 80 mila euro. Molto più ricco, invece, il ricavato dalla vendita del vino, che si attesta attorno a 1,2 milioni di euro in un anno. Le entrate, invece dalla frutticoltura, si aggirano sui 4 milioni. Il personale dipendente è di circa 200 persone, di cui un centinaio di addetti alla ricerca (in senso lato), una trentina di giardinieri e una settantina di lavoratori,operativi soprattutto nel settore agricolo. «In futuro - assicura l’assessore provinciale Arnold Schuler - potremmo avere più risorse a disposizione anche grazie all’affitto di una parte dei nostri terreni». Laimburg dispone di una superficie complessiva di 750 ettari, di cui 330 usati a fini agricoli (136 per la frutticoltura).

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