Senza ascensore per due mesi, anziani “reclusi” 

La protesta. Nei sei piani del palazzo Ipes di via Novacella vivono  29 persone con gravi problemi di salute e di mobilità, ma l’impianto  è fuori uso dall’inizio del mese e così resterà fino alla fine di settembre


Paolo Tagliente


BOLZANO. La palazzina Ipes di sette piani al civico 1M di via Novacella è un “condominio protetto”. «Sa cosa vuol dire questo? – chiede, gentile, un inquilino – Vuol dire che questa è una struttura senza barriere architettoniche che ospita anziani e invalidi». Stupendo. Anzi, no. No, perché, dall’inizio del mese, l’ascensore, che per chi vive in quel palazzo è semplicemente indispensabile, è fuori uso. E inutilizzabile resterà almeno fino al 30 settembre, stando a quanto scritto su un cartello appiccicato da un tecnico sull’ascensore stesso, al piano terra. Assurdo. Inconcepibile. Inaccettabile. E così, ieri pomeriggio, molti inquilini sono scesi in cortile. In tutto sono 29, alcuni avanti con l’età e con problemi di salute, altri con evidenti difficoltà a camminare. Scendere nel vialetto antistante l’entrata è costato loro tanta fatica e qualcuno c’è riuscito solo grazie all’aiuto della badante. Una protesta civile, ma forte. Sei piani di scale sono un bell’esercizio anche per una persona giovane e in piena salute, immaginate quale ostacolo possano rappresentare per un anziano che si sposta solo con il girello o che fatica a respirare. «Io sono prigioniera , qui al quinto piano» spiega Maria Felice, 88 anni, che ieri non ha potuto scendere insieme agli altri vicini, per protestare. Ad aiutarla c’è la cognata Concetta Muccione, che il prossimo 12 settembre taglierà il traguardo degli 80 anni, che fa quel che può. Maria ha problemi di salute, deve fare frequenti prelievi, ma ora è costretta a fare tutto questo a domicilio, spesso pagando di tasca propria. In uno degli appartamenti sullo stesso pianerottolo c’è Luciano Turbato, 68 anni. Apre la porta, conquistando con il bastone un equilibrio che è evidentemente precario. «Io non esco più da giorni – spiega – e ora, la signora che mi aiuta qui a casa deve andare anche a fare la spesa». Sulle scale incontriamo una signora esile. «Tra qualche giorno vado in vacanza – spiega – e ho dovuto portare giù la valigia vuota, in garage, vicino alla macchina. Poi, ogni tanto, metto dei vestiti in uno zaino , me lo metto in spalla, scendo e vado a riempire la valigia...» Possibile andare avanti così fino a ottobre?













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