Senzatetto, a Bolzano sono quattrocento

Dormono nell’Areale, sotto i ponti e negli edifici abbandonati. Tre su 10 sono europei. «Tra loro anche molti padri separati»


di Alan Conti


BOLZANO. A Bolzano vivono circa 400 senzatetto: 3 su 10 sono europei. E al Filmclub a margine della presentazione della “Settimana dell’Accoglienza”, Roberto Defant di “Volontarius” guarda dentro il fenomeno. “Volontarius” è una specie di holding del sociale con diversi rami d'azienda: va dall'assistenza a profughi, extracomunitari, senzatetto, prostitute, alla raccolta di alimenti da distribuire ai poveri fino ai progetti di sensibilizzazione nelle scuole ecc.. Un associazione importante che gestisce fondi e contributi per oltre due milioni e mezzo di euro con circa 60 dipendenti e un centinaio di volontari.

Gli homeless della città

E proprio “Volontarius” è in grado di ricostruire una mappa dettagliata del fenomeno. Sono circa 400 - come detto - i senzatetto che vivono a Bolzano. E le tipologie sono diverse. «Nessuno lo fa per scelta, anche se a volte può sembrare... c’è sempre un trauma che ti porta a vivere in strada. Contiamo 130 persone che dormono in strada secondo il concetto “classico” dei clochard. Altre 100, invece, non dormono fuori tutte le notti. Quando riescono a racimolare qualche soldo affittano un “materasso” da qualche amico, di solito connazionale, per alcuni giorni». Una sorta di Bed&Breakfast prima maniera? «Esatto, il meccanismo è lo stesso. La comodità, evidentemente, fa la differenza». C’è, inoltre, una quota di persone - tutti richiedenti asilo - in attesa dell’avvio della pratica. Tutti profughi che aspettano di entrare nelle liste delle case d’accoglienza. Sono senza fissa dimora, ma hanno almeno un tetto sotto cui dormire. «Si tratta degli ospiti che pernottano all’ex Lemayr (circa 100) e all’ex Salewa (altri 30). Tecnicamente, però, sono persone senza una dimora e sono arrivati qui trovando ripari di fortuna. Poi si sono presentati all’”Emergenza freddo” in blocco e abbiamo cercato una soluzione. Sono i protagonisti della recente protesta davanti a Palazzo Widmann». Da conteggiare, infine, un altro piccolo drappello di circa 40 persone che, a rotazione, stanno in città qualche giorno e poi si spostano altrove.

«Di queste persone circa l’11% sono italiani e il 17% sono stranieri di nazionalità europea, solitamente in arrivo dall’Est Europa. Il restante 72% sono cittadini extracomunitari provenienti da altri Paesi».

I “letti” di fortuna.

L’areale ferroviario è la zona della città dove dorme la maggior parte dei senzatetto.

Molto spesso vengono utilizzati anche gli spazi sotto i ponti. Da Loreto a Talvera sono zone riparate, soprattutto con le temperature rigide.

I richiedenti asilo “sospesi”, si accampano nei pressi del rio Rivellone sotto il passante della ciclabile Bolzano-Caldaro. Utilizzati - come tetto di fortuna - anche gli edifici diroccati. C’è, infine, un trend in allarmante crescita. «Sempre più padri separati non ce la fanno a pagare gli alimenti e rimangono fuori casa. Così dormono in auto. Sono distinti, ma soffrono moltissimo. Nell’invisibilità».

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