Sexting e truffe sul web Segnalazioni in aumento

Sui social i delinquenti usano falsi profili per ottenere video spinti dalle vittime Preoccupa lo scambio di foto erotiche tra minorenni: il 22% finisce agli estranei


di Alan Conti


BOLZANO. Sono centinaia le segnalazioni che arrivano alla procura di Bolzano per denunciare i tentativi, più o meno riusciti, di mettere in atto delle truffe sexy utilizzando Facebook o i social network.

Un meccanismo noto contro cui da mesi la polizia postale è impegnata in un'opera di prevenzione capillare. Normalmente il primo contatto con la vittima avviene attraverso un falso profilo di un'avvenente ragazza. A quel punto comincia un dialogo, spesso surreale, che termina con la richiesta di denudarsi per produrre un video spinto artigianale. Una volta ottenute le immagini i truffatori smettono i panni della bella ragazza per chiedere un consistente pagamento. In caso contrario minacciano di pubblicare il video sui portali o direttamente sui social network.

Tanti altoatesini, dunque, hanno chiesto informazioni agli agenti specializzati su come comportarsi in caso di contatto. Il fenomeno, infatti, ha un andamento “a ondate” con periodi particolarmente intensi. I truffatori, evidentemente, seguono anche algoritmi con indicazioni geografiche per scegliere dove colpire di volta in volta. Importante, comunque, essere sempre diffidenti. L'utente, infatti, perde sempre il controllo di qualsiasi immagine carichi sul web. Necessario avere questa consapevolezza.

Un fenomeno in preoccupante crescita, invece, è quello del sexting. A Bolzano si registrano già una decina di casi. Si tratta dello scambio di foto e video amatoriali dal contenuto sessualmente esplicito tra minorenni. Il tutto utilizzando Whatsapp, le chat, i social network o altre applicazioni. Alcune ricerche condotte recentemente da Telefono Azzurro ed Eurispes mostrano che questi file vengono ricevuti nel 38,6% dei casi da amici, nel 27,1% dal proprio partner, nel 9,9% da conoscenti ma addirittura il 22,7% dei destinatari sono estranei. Di fatto una platea enorme di sconosciuti che possono accedere a immagini molto intime di minorenni. Ad aggravare la situazione il fatto che gli stessi giovanissimi non avvertano questo comportamento come particolarmente pericoloso. Il 35,9% dei ragazzi, infatti, ammette di conoscere qualche coetaneo che ha fatto sexting. A volte questa pratica va a intrecciarsi con il cyberbullismo che comprende tutte quelle forme di prevaricazione tra minorenni messe in atto attraverso internet. Un'immagine compromettente nelle mani di chi vuole deriderti, in fondo, è come un'arma carica sul desktop.

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