Si è spenta la sindacalista Lucia Motti
Bolzano. Da Bari, a Merano, Orvieto, Roma. Aveva 70 anni, il mondo della scuola la ricorda come impegnata sindacalista, docente e storica. Si è spenta il primo dicembre scorso dopo una lunga malattia...
Bolzano. Da Bari, a Merano, Orvieto, Roma. Aveva 70 anni, il mondo della scuola la ricorda come impegnata sindacalista, docente e storica. Si è spenta il primo dicembre scorso dopo una lunga malattia Lucia Motti. Era a Firenze, in una clinica dove era stata ultimamente ricoverata. Molti insegnanti, soprattutto della vecchia guardia, la ricorderanno come protagonista dell’impegno sindacale nella scuola dell’Alto Adige degli anni Ottanta e conservano un forte ricordo della sua personalità coraggiosa e sempre disponibile al dialogo e all’azione. Era nata a Bari nel 1950 e, dopo la laurea in filosofia, si era trasferita col marito Stefano De Caro e il figlio Massimo a Merano, dove è vissuta più di 10 anni. Dapprima insegnante di lettere, si è poi dedicata interamente al sindacato della scuola Cgil/Agb di cui è stata a lungo segretaria provinciale. In tale qualità aveva contribuito a rianimare il dibattito culturale sull’insegnamento e sul rapporto tra formazione e società, riunendo numerose energie intellettuali di insegnanti di diversi gruppi linguistici di tutta la provincia. E questo con spirito di collaborazione fra le diverse sigle e di autonomia da rigidità di partito e di ideologia. In prima fila in molte battaglie contrattuali, ha cercato di collegare le esigenze locali alla realtà nazionale, partecipando alle varie fasi del confronto con le autorità politiche sui temi della "provincializzazione" degli insegnanti, della scuola delle regioni a statuto speciale, della formazione universitaria e dell’aggiornamento dei docenti.Dopo il trasferimento a Roma, ha lavorato per alcuni anni come funzionaria della Cgil a livello nazionale per riprendere infine la attività di docente e di ricercatrice alla Fondazione Istituto Gramsci. Lucia Motti è stata femminista storica e insieme storica femminista, approfondendo il filone specifico della storia delle donne e della storia di genere con l’Archivio Storico delle donne "Camilla Ravera" e come componente della Società Italiana delle Storiche. Diversi suoi saggi sono apparsi sulle riviste "Noi donne" e "Genesis"; tra le sue opere di ricerca si possono ricordare "Le donne" (Editori Riuniti, 2000) "Donne e educazione fisica nell'Italia fascista (1996), "Donne e Resistenza nella provincia di Roma" (1999).