BOLZANO

Sicurezza e soccorsi: «Precisi e veloci con le applicazioni altoatesine»

Ohnewein, manager Idm: «C’è stato un boom incredibile. Gli smartphone hanno rivoluzionato l’intero settore


di Alan Conti


BOLZANO. Le applicazioni devono essere semplici, ma non è semplice tutto quello che gira attorno alle applicazioni. Un mondo che cambia mentre cambia il mondo e che sempre più ha imboccato la strada della specializzazione. Patrick Ohnewein, responsabile dell 'Ecosystem Ict & Automation in Idm, ne conosce le sfumature e proprio attraverso le app locali ci guida attraverso il loro sviluppo entrando, diretti, nel concreto del loro utilizzo.

«Partiamo da un settore che sta conoscendo uno sviluppo davvero impressionante: la sicurezza e la gestione delle emergenze».

Prego.

«Analizziamo un'applicazione che si chiama Emersy.com. Un software che, con lo smartphone, aiuta i vigili del fuoco ad organizzarsi. I pompieri ricevono informazioni utili alla loro attività anche in emergenza. Vengono indicati, per esempio, gli idranti più vicini e le strutture disponibili: serve a chi deve intervenire in un luogo che non conosce. Un'altra app significativa è Pulse Rescue che abbiamo nel nostro incubatore Idm e che si sta configurando come un social network del pronto soccorso. Di fatto rende noto ai soccorritori certificati la presenza di un'emergenza presa in carico dal 118 con tanto di posizionamento dei defibrillatori sul territorio. Una sorta di cicalino generalizzato che, magari, permette di intervenire immediatamente. Nel vostro titolo voi scrivete “le app che cambiano la vita”: in questo caso la salvano anche».

L'impressione è che a fare la parte del leone, adesso, sia no i telefonini...

«Ormai l'evoluzione parte dal mobile first. Prima di tutto si concepisce un software per il dispositivo smartphone, poi si passa al tablet e solo all'ultimo momento si ragiona sul personal computer che viene definito webbased. Se ci pensiamo è l'esatto opposto di quello che è accaduto fino adesso: di solito si partiva da un sito internet o da un gioco e lo si adattava all'utilizzo nel telefonino. Le app e la loro diffusione, di fatto, hanno cambiato anche la progettazione».

C'è poi un settore che è meno utilizzato dagli altoatesini ma che funziona molto bene: il turismo.

«In realtà moltissimi altoatesini scaricano la app che Idm ha assimilato attraverso Smg (dedicata ai turisti ndr). È utile per gli approfondimenti che fornisce in vari settori come la gastronomia o il trekking d'alta quota. C'è anche uno sviluppo verticale delle app in un mercato che chiede sempre maggiore specializzazione».

Si è passati, quindi, dalla ricerca della app capace di conquistare tutti a quella che soddisfa gli appassionati nei vari ambiti?

«Ad eccezione di alcuni prodotti direi di sì perché la vera sfida degli sviluppatori oggi è il target. Identificarlo, soddisfarlo e soprattutto raggiungerlo perché è lì che posso trovare il valore aggiunto, anche economico naturalmente».

Non conviene pensare a un unico enorme contenitore?

«No perché non puoi competere con i motori di ricerca. Studi approfonditi testimoniano come gli utenti preferiscano 10 app capaci di rispondere a dieci bisogni diversi al posto di una che soddisfi tutto. La vastità la renderebbbe troppo complessa e una app, prima di tutto, deve essere veloce e semplice. Senza complicazioni».













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