«Sindaci, indennità elevate ma anche grandi responsabilità» 

Gli aumenti del 2020. Caramaschi: «Io mi sono ridotto lo stipendio del 25%: aumento del 7% giusto per i trentini che guadagnano meno e per i piccoli comuni altoatesini». Bianchi: «A fare certi ritocchi, non si dà un buon segnale»


ANTONELLA MATTIOLI


Bolzano. «C’è chi mi ferma per strada e mi dice: “Vi siete aumentati lo stipendio del 7%: adesso guadagnerete ancora di più”. A parte il fatto che noi in quanto sindaci non ci siamo aumentati niente e che il ritocco scatterà nel 2020, possibile che si parli sempre di indennità e mai di impegno e responsabilità oltre che amministrative, anche civili e penali?». Renzo Caramaschi si infervora quando si parla di indennità, tema di attualità sempre e ancora di più oggi, dopo che il consiglio regionale, nella manovra di assestamento di Bilancio, ha approvato l’aumento del 7% delle indennità dei sindaci. Si tratta di fatto di un “recupero” della percentuale persa nel 2013, dopo il taglio dato ai costi della politica che aveva riguardato anche i primi cittadini. Nonostante l’incremento comunque la spesa complessiva annua per le indennità di sindaci e assessori scenderà: in Alto Adige si passerà dai 16,2 milioni del 2013 ai 14,2 del 2020. Il risparmio è legato alla diminuzione del numero dei componenti della giunta. In Trentino la riduzione è superiore: si passa dai 14 milioni 283 milioni del 2013 ai 10 milioni e 664 del 2020. Il calo si spiega con le fusioni dei Comuni, passati da 223 a 175.

Gli aumenti

In base alle nuove tabelle il sindaco di Bolzano - che già oggi è il più pagato d’Italia - dal 2020 avrà un’indennità mensile lorda di 13.312 euro. Ma a Caramaschi il ruolo del Paperone dei sindaci italiani non piace affatto. «Nel 2016 - spiega - quando mi sono insediato mi sono ridotto lo stipendio del 30%, poi però quando mi sono accorto che guadagnavo meno del vicesindaco ho deciso che il 25% poteva essere sufficiente».

Risultato: l’indennità di Caramaschi oggi è di 9.285 euro lordi al mese. «Riducendomi lo stipendio - dice - ho fatto risparmiare alle casse comunali 135 mila euro dal 2016 ad oggi. Detto questo io credo che sia giusto il ritocco delle indennità per i sindaci trentini che guadagnano meno di noi (il sindaco di Trento oggi percepisce 8.771 euro al mese, nel 2020 ne guadagnerà 9.432, ndr) e per i sindaci altoatesini dei piccoli centri che hanno comunque grandi responsabilità».

Le responsabilità

«Si parla sempre - insiste Caramaschi - di soldi e mai di carico di lavoro e responsabilità. Non c’è confronto ad esempio tra la responsabilità e l’impegno chiesti ad un sindaco e quelli di un consigliere provinciale che guadagna se non di più, comunque molto (10.500 euro lordi al mese). Io lavoro dalle 10 alle 12 ore al giorno. Mi chiamano di giorno e di notte; mi fermano per strada e sul tram. In più va messo in conto il rischio di commettere, ovviamente in buona fede, un errore e di essere chiamato, magari a distanza di anni, a risponderne personalmente. Per questo pago un’assicurazione di mille euro all’anno e continuerò a farlo per i cinque anni successivi alla fine del mandato, per essere tutelato».

Contrario - o quantomeno cauto - sull’opportunità del ritocco del 7% delle indennità dei sindaci anche Christian Bianchi, primo cittadino di Laives (indennità 8.862 euro lordi al mese; dal 2020 salirà a 9.315, ndr): «Io a suo tempo ho votato contro la pensione ai sindaci; e quando sono stato eletto mi sono ridotto del 20% l’indennità; lo stesso hanno fatto vicesindaco, assessori, presidente del consiglio, facendo risparmiare 500 mila euro al Comune. Bisogna fare attenzione ai questi ritocchi, perché il segnale che si dà all’opinione pubblica non è dei migliori. Premesso che non ce l’ha ordinato il medico, fare il sindaco vuol dire essere impegnati dalla mattina a notte fonda, tanto che nella mia agenzia di assicurazioni ho dovuto delegare buona parte degli impegni ai miei collaboratori. Però è importante avere un proprio lavoro al di là della politica, perché significa essere liberi - credo di averlo dimostrato nella battaglia su aeroporto e A22 - e non dover stare incollato alla poltrona perché non hai un altro reddito. Certo, quando si parla di costi della politica bisognerebbe poter fissare le indennità anche in base alle responsabilità degli amministratori pubblici: c’è una bella differenza, ad esempio, tra sindaco e consigliere provinciale».

Alessandro Beati, sindaco di Vadena (indennità attuale 2.816 euro che diventeranno 3.028,ndr), dopo 15 anni alla guida del Comune della Bassa Atesina, a maggio del prossimo anno non si ricandiderà, perché ha raggiunto il limite dei tre mandati: «Mi spiace dover lasciare, perché assieme al resto della giunta e al consiglio abbiamo cambiato il volto del paese. Sono stati quindici anni intesi che rifarei subito. Detto questo non capisco perché ci si stupisca sempre se un sindaco o un assessore vengono pagati adeguatamente: si vedono gli onori e raramente gli oneri. Tanto che oggi è difficile trovare persone che abbiano voglia di mettersi in gioco e fare il sindaco».













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