Smog, «200 morti premature l’anno»

Dissinger: «Problema acuto lungo l’A22 tra Brennero e Salorno. Tra le cause micropolveri (pm 2,5) e ossido di azoto»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. «Quando sento dire in giro che in Alto Adige abbiamo un’eccellente qualità dell’aria mi arrabbio. E rispondo: sono balle, perché lungo l’asse del Brennero, fino a Salorno, è pessima»: Klaus Peter Dissinger, presidente dei protezionisti altoatesini (il Dachverband), sciorina cifre, cita studi svizzeri e propone un’analisi che dovrebbe quantomeno indurci a riflettere. Sui cosiddetti «morti prematuri», ovvero le persone che vivono circa 10 anni in meno rispetto alla normale aspettativa di vita per l'inquinamento dell'aria, non esistono statistiche ufficiali. Ma il Dachverband ha fatto una stima per l’Alto Adige (rapportandolo alla popolazione in Svizzera) che fa venire i capelli dritti. «Ogni anno - sottolinea Dissinger - in provincia di Bolzano i morti prematuri sono circa 200».

Il Dachverband come è arrivato a questa cifra?

«Abbiamo preso come riferimento i dati del Bafu, il Bundesamt für Umwelt svizzero, che prende in esame un territorio molto simile al nostro, dove ci sono limiti più severi, soprattutto per il transito di mezzi pesanti. Il dato, semmai, è in difetto e non in eccesso».

Facciamo un passo indietro: la stima dell’Agenzia europea dell'ambiente (Aea) parla di oltre 80 mila decessi di questo tipo in Italia e 491 mila in Europa. Bolzano come si colloca?

«Con i “nostri” 200 decessi l’anno stiamo solo meno peggio. Anche perché a queste morti premature sono legati costi sociali, sanitari ed economici enormi. A risentirne sono soprattutto coloro che soffrono di malattie cardiocircolatorie, all’apparato respiratorio ma anche con una propensione all’infarto».

Cosa intende per costi economici?

«Ogni lavoratore perde, in media, cinque giorni di lavoro l’anno. Non è poco. E a ciò bisogna aggiungere costi sanitari, che solo per l’Alto Adige, sono nell’ordine di alcune decine di milioni di euro l’anno».

Dove si registrano i picchi di inquinamento in Alto Adige?

«Lungo l’A22, dal Brennero a Salorno. Sotto accusa ci sono in particolare le micro polveri sottili (le cosiddette pm 2.5) e l’ossido di azoto, i cui limiti vengono spesso sforati».

Qual è il rischio per le polveri ultra-fini?

«La loro caratteristica è quella di riuscire ad attraversare la barriera polmonare ed entrare direttamente nel sangue. A livello comunitario non è ancora stato fissato un limite da rispettare e questa è un’assurdità se ci confrontiamo con il numero di morti prematuri».

Lei punta il dito sui camion che passano lungo l’A22?

«Sì, sono 2 milioni l’anno, poco più della metà dei passaggi totali (quasi 4 milioni) di tutti i passi alpini. Proprio perché i pedaggi da noi sono più bassi i mezzi pesanti che vengono dal Nord Europa fanno una deviazione di 300 chilometri e passano proprio dal Brennero».

Lei cosa farebbe per cambiare la situazione?

«Per prima cosa va alzato il pedaggio per i mezzi pesanti e come seconda misura va sostituito il materiale rotabile, in modo tale da favorire il trasporto merci su rotaia».

Ha senso anche ridurre il limite di velocità anche in autostrada?

«Certo, eccome. Si vedono già i primi risultati in Austria. Da parte nostra abbiamo segnalato il problema alla Provincia e al Commissariato del Governo. Bisogna sforzarsi di capire che non sono le fissazione dei “soliti ambientalisti” ma di un problema serio che riguarda innanzitutto la nostra salute. Con riflessi importanti anche sull’economia locale».

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