Il caso

Sospettata di ubriachezza, denuncia 4 carabinieri 

Zigzagava lungo la strada e aveva l’alito che sapeva d’alcol ma i test furono negativi. Carabinieri prosciolti dall’accusa di abuso e sequestro di persona


Mario Bertoldi


BOLZANO. Quattro carabinieri si sono trovati a dover affrontare un procedimento penale avviato sulla base della denuncia di una automobilista che quattro anni fa era stata “pizzicata” al volante della propria auto in condizioni psico fisiche non ottimali.

La donna avrebbe avuto difficoltà addirittura a tenere in strada regolarmente la vettura (dato che venne notata mentre “zigzagava” lungo la carreggiata) e venne dunque fermata. Al momento del controllo da parte dei militi, l’automobilista apparve - almeno apparentemente - poco lucida, con l’alito vinoso. C’erano insomma tutti gli elementi per sospettare che la malcapitata si fosse messa alla guida della propria auto in condizioni critiche, sotto gli effetti di una classica “sbornia”. In realtà la vicenda (che portò poi i quattro carabinieri davanti al giudice) evidenziò che l’automobilista era sobria e sarebbe stata assolutamente in grado di controllare la propria auto.

I carabinieri però intervennero (così come previsto dal codice della strada) perchè si trovarono di fronte a «chiari elementi sintomatici», tipici di una persona ubriaca e di conseguenza pericolosa per sè e per gli altri utenti della strada. Furono i due controlli, relativi al tasso alcolemico nel sangue , a riservare però notevoli sorprese. Sia il cosiddetto pre-test che il vero e proprio alcol test diedero infatti esito negativo nel senso che l’automobilista aveva nel sangue un tasso alcolemico entro i limiti previsti dal codice della strada. Tutto si sarebbe concluso in termine bonari se la donna non avesse deciso di sporgere denuncia a carico dei quattro carabinieri accusandoli di abuso in atti d’ufficio e sequestro di persona. 

Dopo una prima richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura a conclusione degli accertamenti del caso, l’automobilista ha anche deciso di depositare un’ istanza di opposizione alla conclusione del procedimento. Ieri la vicenda si è conclusa davanti al giudice Pappalardo che ha confermato il non luogo a procedere mandando assolti in pieno i quattro carabinieri. Nel corso dell’udienza, l’avvocato Nicola Nettis - del collegio di difesa dei militi inquisiti - ha ricostruito puntualmente l’intera vicenda ricordando che gli uomini dell’Arma intervennero a fronte di una situazione sintomatica e preoccupante che doveva essere verificata proprio sulla base di quanto previsto dal codice della strada. Anche l’accusa di presunto sequestro di persona è caduta nel nulla.

La donna aveva infatti sostenuto di essere stata sostanzialmente costretta a seguire i carabinieri all’interno di una caserma ove era disponibile l’etilometro, cioè l’apparecchiatura professionale per la verifica del tasso di alcol nel sangue. In realtà ieri in udienza è emerso che la donna venne accompagnata nella stazione dei carabinieri più vicina (ove era disponibile l’apparecchiatura) con il suo consenso.

Come già ricordato anche il test dell’etilometro (oltre al pre test) diede esito negativo. «Si è dimostrato dagli atti - ha poi sottolineato l’avvocato Nettis - che la signora aveva seguito l’invito dei carabinieri volontariamente. E’ risultata infondata anche la tesi dell’abuso d’ufficio in quanto quello eseguito fu un atto discrezionale dei carabinieri, preso nel momento in cui vennero accertati elementi sintomatici»,

 













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